mercoledì 19 Febbraio 2025
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“Moin e l’intervento dello Stato”

MILANO-TERMOLI. Si rinnova l’appuntamento domenicale con le considerazioni espresse dal pulpito milanese del termolese Luigi De Gregorio, attraverso la rubrica “A Giorgia”, metaforicamente e non solo rivolta all’azione del Governo Meloni. «Non cronaca politica, ma idee e suggerimenti da un cittadino comune».

Al termine dell’articolo c’è l’elenco delle pubblicazioni precedenti con relativo link.

«Ci sono vari modi per salvare una persona che sta annegando. Ma ce n’è uno solo per il Paese che sta morendo: quello di creare nuovi posti di lavoro.

Cara Giorgia, immagino che tu sia d’accordo sull’assoluta priorità del lavoro rispetto ad altri problemi del Paese. E pertanto, proprio nell’ottica che vede il lavoro come la priorità delle priorità, riporto qui di seguito un’idea progetto, che può contribuire allo stop del declino e all’avvio della rinascita del Paese.

Se non vogliamo diventare poveri come la Grecia e poi bistrattati (eufemismo) dalla stessa Ue, bisogna pur fare qualcosa.

Non intendiamo dare un calcio alla UE ed a tutti i buoni propositi di pace e di fratellanza (quest’ultima è solo verbale, visto che non c’è alcuna ridistribuzione della ricchezza tra gli stati della Ue, come tra quelli degli Usa).

Quindi cerchiamo di trovare una soluzione che non preveda l’uscita dalla Ue e dia quello spazio di manovra per ridare sviluppo alla economia Italiana ed onorare il debito secondo il Fiscal Compact.

L’idea base che contribuirebbe decisamente al rilancio dell’economia italiana ha il suo fondamento nella creazione di una moneta interna (cioè all’interno dello Stato italiano) che potrebbe denominarsi Moin.

Questa moneta ha come caratteristica principale quella di avere utilizzo esclusivo sul territorio nazionale. Ne consegue:

– non ha nessun valore fuori dell’Italia,

– non può essere utilizzata per i pagamenti internazionali,

– non disturba i circuiti monetari internazionali,

– non pone alcun ostacolo all’euro.

Moin attiva il circuito virtuoso della ripresa economica nella seguente maniera:

– lo Stato investe direttamente attraverso Moin in alcuni settori

– crea posti di lavoro,                                                                                               

– aumenta i redditi,

– aumentano le entrate nelle casse dello Stato.

I settori sui quali intervenire con Moin, in relazione all’urgenza di immissione di liquidità, possono essere:

A) Settore edile relativamente a:

ricostruzione dei paesi terremotati,

ammodernamento edilizia scolastica,

costruzione e ammodernamento carceri.

B) Riassesto idrogeologico a livello nazionale.

C) Siti archeologici.

D) Ammodernamento dei sistemi: ferroviario, autostradale.

E) Pagamento di tutti i creditori dello Stato.

F) Digitalizzazione di tutta la Pubblica amministrazione.

G) Realizzazione della banda ultra-larga.

Su questa linea di salvezza e di ripresa un gruppo di tecnici (economisti, monetaristi etc..) non troverà difficoltà a concretizzare e rendere operativo il circuito MOIN.

A cominciare dalla valutazione di liquidità necessaria.

Da varie fonti si parla di alcune centinaia di miliardi di euro che nella semplificazione opportuna (1 euro pari ad 1 Moin) equivarrebbero ad alcune centinaia di miliardi di Moin. (Nel caso si voglia evitare la stampa di Moin, la sua funzione potrebbe essere svolta da pagherò e circolari emessi e garantiti dallo Stato con scadenza a 3-4 anni).

Naturalmente ci saranno i “bastian contrari” che addurranno finti dettagli tecnici presentandoli come grandi ostacoli all’idea proposta. Fino alla categorica posizione non si può fare. Evidentemente questi signori europeisti a prescindere, o di convenienza, sono presi dal sacro furore nel ruolo di difesa dell’Euro a tutti i costi, non volendo di proposito tener conto della assoluta mancanza della possibilità di incrociarsi tra le due monete.

Insomma Moin nasce dalla logica e se gli oppositori disdegnano il pensiero razionale, allora ad essi poniamo fatti storici sul tavolo della loro contrapposizione cieca ed assoluta.

ìTra il 1933 e il 1936 si ha uno dei più grandi miracoli economici della storia moderna. Miracolo promosso dal governo tedesco ed in particolare da H. Schascht Ministro dell’Economia e presidente della Banca Centrale del Reich. (Fonte: Il Film della crisi di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini pag. 79- 82, Casa Editrice Einaudi). Egli escogitò un meccanismo monetario non inflazionistico in grado di fornire i capitali all’industria tedesca per la ripresa economica.

Egli autorizzò le emissioni (e ne dette le garanzie) di obbligazioni Mefo di una compagnia al 100% statale inesistente. In sostanza lo Stato creò moneta evitando l’indebitamento sui mercati finanziari ed aggirando i vincoli del Trattato di Versailles.

Nel 1936 si constatò una spettacolare ripresa dell’economia e della occupazione, in particolare nel settore dell’edilizia dell’automobile e della metallurgia.

E non si dica che la storia non abbia nulla da insegnare. Perché Schacht si rifece al precedente storico statunitense dettato dalla guerra di secessione. Abraham Lincoln all’alternativa di un prestito bancario avente interesse del 30% (dato il rischio d’insolvenza legato alla guerra) fece invece stampare cambiali di prestito che il popolo sovrano può concedere al proprio governo (cioè a sé stesso) senza pagare interessi di sorta e non coperto da riserva aurea.

Conclusione. La storia ci dà una lezione, ma sappiamo apprendere da essa? Un Governo impavido non avrebbe alcuna esitazione. Si può rimanere in Europa e prendersi contemporaneamente lo spazio vitale per la Rinascita.

Da quanto sopra, dimostrato con la logica e con la storia che Moin è realizzabile, chiariamo che i progetti sopra elencati (A/G) per i quali c’è l’intervento dello Stato (con la propria moneta interna la Moin), non hanno alcun ritorno diretto sull’investimento. Che essi non vanno ad intralciare gli interventi urgenti di assistenza alle fasce di cittadini più deboli. Ma sono indispensabili per dare occupazione subito, rilanciare i consumi ed incrementare le entrate nelle casse dello Stato. 

In sostanza dare inizio allo Stop del Declino e rilancio del Paese con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Un cordiale saluto.

Luigi De Gregorio, un cittadino comune.

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