TERMOLI. Non ci sono più neuropsichiatri infantili nel basso Molise, nella rete distrettuale dell’Asrem. La dottoressa Daniela Gallo, infatti, dopo oltre 5 anni, ha completato il suo trasferimento all’Asl di Chieti-Vasto-Lanciano, dopo che aveva già lasciato la sede di via del Molinello, restando in quella di Montenero di Bisaccia.
Prima del trasferimento definitivo sono state effettuate il maggior numero di visite, ma restano alcuni utenti ancora scoperti e per questo alcune settimane fa il direttore distrettuale Giovanni Giorgetta ha posto il problema nel comitato zonale dell’Asrem, chiedendo 38 ore settimanali nelle varie sedi bassomolisane.
L’avviso ancora non viene esperito, poiché si attende la decisione di una neuropsichiatra che da Foggia sta prestando servizio nel capoluogo a Campobasso, per 25 ore. Giorgetta ha chiesto di poterne dedicare altre 13 al basso Molise, per completare il suo plafond. Se dovesse accettare ne resterebbero da mettere a bando 25, altrimenti si cercherà la copertura di tutte e 38.
Una problematica che ambulatorialmente parlando riguarda tante branche, quella della carenza di professionalità mediche.
Come riportano i siti specializzati: «La neuropsichiatria infantile è una branca della medicina che si occupa dei disturbi emozionali, cognitivi e comportamentali degli individui in fase di sviluppo, ovvero dei bambini e dei ragazzi in età fra 0 e 18 anni. Le famiglie interessate hanno la necessità di avere la certificazione prima dell’inizio dell’anno scolastico, per richiedere prestazioni specialistiche al servizio sanitario regionale.
Il consulto con un neuropsichiatra infantile è necessario quando i genitori e gli educatori si rendono conto che il bambino presenta anomalie comportamentali e ritardi nell’apprendimento, nel linguaggio e nello sviluppo psico-motorio.
Alcune problematiche emergono proprio sui banchi di scuola poiché la difficoltà di mantenere alta la concentrazione, comprendere gli argomenti, scrivere (disgrafia), fare calcoli (discalculia), leggere e distinguere parole e numeri (dislessia), trasformare il linguaggio parlato in quello scritto (disortografia) ed altre operazioni normali accentuano sintomi che prima di questo momento non destano preoccupazione. Gli insegnanti, infatti, grazie alle competenze che hanno acquisito e che aggiornano nel corso della loro carriera professionale, danno un grosso contributo nell’individuazione di problematiche comportamentali e dell’apprendimento. Molto spesso le loro segnalazioni ai genitori fanno sì che si possano intraprendere tempestivamente percorsi riabilitativi, che sono in grado di migliorare notevolmente o guarire del tutto alcuni disturbi.
Per avere una corretta diagnosi e ricevere indicazioni terapeutiche per un disturbo che rientra nell’ambito neuropsichiatrico, è necessario sottoporre il bambino ad una visita specialistica con un neuropsichiatra infantile».