TERMOLI. I continui allarmi lanciati contro le truffe non riescono a neutralizzare i furfanti e tanto meno a mettere in guardia tutte le vittime potenziali.
C’è chi ancora si fida senza riserve, restando poi gabbato e depredato. Sempre più frequenti le segnalazioni che ci evidenziano tentativi perpetrati ai danni degli anziani, persino in tre o quattro circostanze con le medesime persone.
Copione ormai consunto, che si rinnova ogni volta. Primo contatto che avviene telefonicamente, dove si millanta il coinvolgimento di un parente stretto in incidenti stradali o altri fatti disdicevoli.
Anche nell’ultimo caso di cui siamo venuti a conoscenza, i “bastardi” di turno si sono spacciati per militari dell’Arma, raccontando che il figlio della pensionata inquadrata come bersaglio della truffa avesse provocato un sinistro perché mentre guidava la moto stava guardando lo smartphone.
Nella narrazione truffaldina anche dettagli e particolari sulla dinamica, per rendere la versione quanto più verosimile. «Suo figlio si è distratto e ha investito una persona, che ora è ricoverata all’ospedale», ha ascoltato queste parole, con grande preoccupazione “Mamma Maria”, le attribuiamo un nome di fantasia, per ovvie esigenze di riservatezza. Quasi un bollettino medico, quello stilato dal malfattore, che parlava di trauma cranico, punti di sutura, possibile intervento alla schiena e contusioni diffuse, rimediate dal pedone investito.
Ma ecco che spunta l’anomalia, l’interlocutore infingardo subito mette le mani avanti e dice che l’evidente buona fede del figlio centauro poteva essere dimostrata da un avvocato già assoldato, chiedendo 15mila euro, base di partenza per la richiesta all’anziana donna, cifra fuori mercato anche per questo tipo di truffe. Poi la presunta parcella d’acchito scende a preziosi e oro, almeno 100 grammi, abbassando di molto le pretese.
Purtroppo, presa alla sprovvista e dall’ansia, la pensionata ha racimolato i gioielli che aveva in casa, persino pesandoli, per essere certa di aderire all’istanza del finto mediatore e li ha chiusi in una busta, consegnandoli brevi manu al truffatore, il fasullo Carabiniere, che nel frattempo era riuscito a strapparle un appuntamento.
Uno scambio avvenuto a volto chiaramente scoperto, per non destare sospetti, ma in una zona dove non c’erano telecamere attive.
La truffa si è consumata nel borgo antico, nella giornata di venerdì. Per rendere ancora più federe alla presunta realtà la cronistoria della vicenda, e se possibile non alimentare dubbi e perplessità, stavolta ci sono stati anche gli effetti speciali, ossia sono stati ricostruiti rumori di fondo, suoni ambientali, che paressero provenire da una “centrale” e persino sirene sullo sfondo.
«Mi hanno fatto ascoltare la voce di un ragazzo che piangeva, che somigliava a quella di mio figlio, che mi confessava di aver combinato il guaio grosso dell’investimento». Purtroppo, il figlio era regolarmente al posto di lavoro, come ha scoperto dopo, ma era troppo tardi.