TERMOLI. Dalla Gran Bretagna a Termoli, sulle tracce del padre morto nella battaglia di 80 anni fa. Un vero e proprio pellegrinaggio, quello che Gillian Morrison ha compiuto a Termoli nel mese di ottobre per ricostruire la vicenda di suo padre George.
George Holmes Morrison, fuciliere dell’esercito britannico, dopo lo sbarco in Sicilia e durante la risalita alleata della penisola, fu integrato nella 38° Irish Brigade, a causa delle numerose perdite che la Brigata aveva subito in battaglia.
Il 2 ottobre 1943, George prese parte allo sbarco di Termoli. Ferito gravemente durante la battaglia, perse la vita nei giorni successivi. Dopo la guerra, George fu sepolto nel Cimitero Militare Britannico di Torino di Sangro, dove riposa ancora oggi.
Proprio dal cimitero di Torino di Sangro parte la visita di Gillian, accompagnata da Marco Altobello, con il quale collabora ad un importante progetto internazionale sulle commemorazioni della Seconda guerra mondiale. A fare da collante e tra i due, Edmund O’Sullivan, anche lui figlio di un reduce della battaglia di Termoli, storico e curatore del giornale e del sito ufficiale della 38° brigata di fanteria irlandese, che si propone l’obiettivo di costruire legami di amicizia tra i popoli del Regno Unito, della Repubblica d’Irlanda e dell’Italia.
“Abbiamo trascorso un po’ di tempo al cimitero di guerra del fiume Sangro – ha spiegato Gillian Morrison – non lontano da dove alloggiavo. Ho messo le tre croci di papavero che avevo preparato, insieme alle foto, sulle tombe di mio padre e del padre di Patrick Butler, il tenente colonnello Beauchamp Butler, nonché dello zio di Don Smith, Arthur “Curly” Smith, che ha prestato servizio con il 25° battaglione della fanteria neozelandese”.
Ma il vero scopo del viaggio di Gillian era quello di scoprire i luoghi dello sbarco di Termoli, dove il padre giunse nella prime ore del 3 ottobre 1943: “Abbiamo percorso i 60 chilometri di strada fino al porto di Termoli, dove la Brigata Irlandese era sbarcata nell’ottobre del 1943, nel cuore della notte con un tempo pessimo e ritrovandosi inaspettatamente in prima linea.
Per mio padre era la prima esperienza in battaglia sotto il fuoco nemico. I battaglioni irlandesi erano temprati dall’esperienza nel combattimento di strada, acquisita soprattutto durante i loro assalti nell’agosto 1943 sulla città collinare di Centuripe vicino all’Etna, nella Sicilia orientale.
È stato difficile per me comprendere appieno tutti quei ricordi mentre insieme a Marco passeggiavamo lungo il porto e le zone dello sbarco in una giornata tranquilla e soleggiata e riflettevamo su ciò che era accaduto esattamente 80 anni fa. Avevo con me i diari del reggimento e le testimonianze dirette, ma essere lì sul posto insieme a uno storico e guida esperta, mi ha letteralmente riportato indietro nel tempo.
Dal porto, Marco mi ha condotto prima a Campomarino per mostrarmi i luoghi in cui giunsero i britannici, i piloti americani e il vecchio ponte sul Biferno che fu determinante negli eventi bellici. Poi abbiamo guidato fino alla vecchia fornace appena fuori Termoli, dove c’era stato un feroce combattimento il giorno dopo l’arrivo della Brigata Irlandese via mare, ma i cancelli d’ingresso al sito erano ben chiusi con lucchetti.
Dalla fornace ci siamo incamminati lungo il crinale San Giacomo degli Schiavoni-Guglionesi fino all’abitato di Petacciato e, da lì, siamo scesi al fiume Trigno dove abbiamo trascorso qualche tempo a contemplare ciò che lì accadde alla fine di ottobre del 1943”.
“Insieme a Gillian e grazie ai suoi documenti – ha spiegato Marco Altobello – abbiamo ripercorso le tappe e ricostruito la storia di George partendo da Termoli e dalla battaglia che ebbe luogo esattamente 80 anni fa. Questa visita non sarà l’ultima, l’intenzione è quella di portare a Termoli gruppi di reduci e figure importanti che possano partecipare a eventi e commemorazioni di una pagina di storia di fondamentale importanza per il nostro territorio”.