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sabato 17 Maggio 2025
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L’Archeoclub di Termoli alla scoperta delle meraviglie della Magna Grecia

TERMOLI. La luce brilla sulla città dei due mari, mentre inaspettatamente passa sotto i nostri occhi un sommergibile della Marina Militare, tra il castello aragonese e il ponte girevole. Dopo la pioggia, che rigonfia il cielo di pioggia sottile, un sole tranquillo riscalda un po’ tutti i luoghi della Magna Grecia assolata. Taranto è bella così. Incerta e segreta. Con il suo calore di ombre che macchiano il cammino di ieri. Talvolta singhiozzano nei nostri pensieri. Sospinti dallo scirocco, che preme sugli antichi palazzi, le strade, che piega le chiome. Tra il Mar Piccolo e il Mar Grande poi per fortuna il vento s’acquieta. Tanti i segnali dagli splendori dei luoghi nascosti tra tantissime tracce di antica memoria. Nel buio sospeso dei vicoli stretti brilla la luce intorno alla cattedrale del Santo Patrono. All’interno, nel Cappellone, un paradiso di luce anima un quadro infinito di tarsie marmoree coloratissime, che pare non finire mai. Ovunque c’è la voce dell’arte in un girotondo senza sosta, animato da mani sapienti. Qui c’è l’incanto inatteso dei soci dell’Archeoclub.

La voglia di scoprire Taranto, al più presto, dopo Martina Franca, c’è. Sussulta. Si entra con piacere nel cuore dell’antica Taras. Fondata dagli spartani sotto il regno dello stratega Archita, Taranto raggiunge il massimo del suo splendore. Alle porte del borgo le colonne doriche fanno da segnalibro ad una civiltà greca che riempie i suoi forzieri di potenza, di arte, di bellezza e di gloria. Per conoscere lo spirito di questa magnificenza di vita bisogna andare al MArTa, Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Le sue opere brillano di luce propria. Sono impareggiabili. Insomma un unicum. Colpiscono gli ori. I particolari sono delle micro sculture artigianali raffinatissime. Sotto la lente d’ingrandimento si vedono meglio. Esaltano le competenze di una mano quasi divina. In questo scrigno che sa di arte e di mani si resta col fiato sospeso nel vedere tra gli ori la corsa degli atleti. In un mondo che cura l’anima, il corpo e la mente. C’è il sussurro di un equilibrio che cammina. Con i giochi, poi, e le bambole che si smontano, va oltre ogni pensiero creativo. Il gioco è necessario alla vita dell’uomo. Ci educa. In armonia ci fa crescere bene nel nostro cammino. Insomma, ogni piccolo reperto, dalle graziosissime veneri agli accessori di vita comune, lancia un segnale valoriale di alto profilo.

A Taranto c’è anche un magnifico simbolo dell’arte moderna sospeso nel cielo con le sue trasparenze. È la concattedrale di Gio’ Ponti inaugurata nel 1970. Spicca come una vela sull’acqua. Il suo corpo geometrico, leggerissimo, traforato, trasparente, genera curiosità. Va oltre. Il viaggio continua a Manduria. Un altro luogo di civiltà italica. Sono i Messapi, tra le possenti mura e le tombe, a lasciare tante tracce. Il museo di Manduria è pieno di reperti. Anch’essi inediti e singolari provenienti da sepolture infantili. Tra i giocattoli vi sono biberon e poppatoi dalle forme colorate e vivaci per stimolare i neonati a succhiare. Non mancano i giochi dedicati ai ragazzi. Praticati tra l’altro dagli stessi adulti. Astralaghi, ossicini, noci e pietruzze usate nei “pentelitheia”.

Giochi con “Cinque pietre” buttate in aria e riprese senza farle cadere. In definitiva un’ampia letteratura ludica all’epoca molto diffusa. Oscar De Lena, presidente dell’Archeoclub, ringrazia Lucia Lucianetti per aver organizzato un viaggio di sapere di tre giorni. «Grazie per l’organizzazione perfetta – precisa dal canto suo Angela Rusciano – E’ stata un’esperienza che ci ha permesso di arricchire ulteriormente la conoscenza del nostro territorio. La compagnia dei partecipanti è stata cordiale ed affettuosa». «L’obiettivo del viaggio – riferisce l’organizzatrice Lucia Lucianetti – era conoscere il Museo Archeologico di Taranto, incredibilmente ricco di gioielli e di reperti unici al mondo. Come sempre anche l’Italia dei piccoli centri ci ha confermato di non essere affatto “minore” con lo splendido Palazzo Ducale di Martina Franca e l’oasi “Salina Monaci” di Manduria con i suoi fenicotteri rosa. La Puglia è terra accogliente, generosa e originale sul piano gastronomico. Il bilancio è positivo, dunque, e rientra come sempre nelle iniziative culturali promosse dall’Archeoclub di Termoli».

Luigi Pizzuto