TERMOLI. È rientrata ieri, da Napoli, la delegazione territoriale della Uilm, dopo aver partecipato all’assemblea nazionale. Tra i temi affrontati, inevitabilmente, anche il progetto di Gigafactory di Termoli.
Per il segretario generale dei metalmeccanici Uil, Rocco Palombella: «Le sfide che ci attendono: rischi o opportunità. Durante il nostro Congresso, abbiamo voluto dedicare un ampio spazio al tema della Transizione ecologica e digitale supportata da un’analisi scientifica effettuata da un Ente di ricerca non profit. Siamo stati i primi a provocare una discussione e a farlo diventare un tema centrale. Subito dopo il nostro Congresso, con la formazione del nuovo Governo, si è sviluppato un dibattito sulla scadenza del 2035 per lo stop al motore endotermico. La discussione si è riaperta anche nel Parlamento europeo. Fin dall’inizio noi abbiamo assunto una decisione chiara e coraggiosa: la transizione non è rinviabile, servono interventi urgenti e strutturali, con tempi e regole certe. In questi giorni è stata messa una toppa sulla motorizzazione del motore Euro7 rinviandolo di due anni. Possiamo continuare a vivere questo clima di incertezza senza effettuare gli investimenti necessari per organizzare il passaggio dall’endotermico all’elettrico? Nel frattempo, gli altri Paesi non stanno fermi, anzi si sono già organizzati. Per esempio: gli Stati Uniti investono 400 miliardi di dollari.
La Germania 40 miliardi anche con investitori esteri, come Tesla. La Francia sta progettando un polo di Gigafactory. In Italia, grazie alle nostre battaglie, siamo riusciti a ottenere l’investimento per la costruzione di una Gigafactory a Termoli che dovrebbe entrare a regime entro il 2030. L’Esecutivo ha a disposizione 1 miliardo di euro e ci sono ancora 6 miliardi inutilizzati del Fondo automotive, istituito dal Governo Draghi. Tutto questo è comunque insufficiente e non è paragonabile a quello che fanno gli altri Stati. Anche per quanto riguarda le colonnine di ricarica l’Italia è in ritardo: ne ha meno della metà di Francia e Germania. Come se non bastasse oltre il 20% è inutilizzabile a causa del mancato allacciamento alla rete di energia. Su questo tema abbiamo ottenuto un risultato: quello di aver evidenziato le opportunità e i rischi di una transizione non governata. Se i 120mila esuberi sono insopportabili vuol dire che bisogna darsi da fare per scongiurare questo disastro. L’annuncio del passaggio all’elettrico continua a mietere vittime.
Ultima in ordine di tempo, la storica fabbrica Marelli a Crevalcore, in provincia di Bologna, ha deciso di chiudere e licenziare 300 persone. Attualmente in fabbrica c’è un presidio permanente, e grazie all’iniziativa di lotta ieri si è svolto l’incontro al Ministero. Siamo riusciti a ottenere un primo risultato: la sospensione della procedura a tempo indeterminato e l’avvio di un confronto senza vincoli. Nel frattempo, alla transizione si è aggiunta una nuova sfida: l’Intelligenza artificiale. “Nuovo” per modo di dire, perché in realtà da decenni le grandi potenze mondiali stanno sperimentando le sue possibili applicazioni e i vantaggi e i rischi che può generare. Infatti, in Italia il Garante per la privacy lo ha bloccato per alcuni mesi. Non vi è dubbio che se governata, la sua corretta applicazione può creare delle opportunità. Proprio per queste ragioni è necessario ripensare i tempi e gli orari di lavoro, creare nuove professionalità per interagire con macchine sempre più evolute e intelligenti. È necessario quindi uno sviluppo che sappia coniugare i bisogni dei singoli e dell’intera comunità per una tecnologia diretta al servizio dell’uomo. E per farlo servono norme uniformi a livello europeo e mondiale». Protagonista dell’assemblea il segretario territoriale Francesco Guida, che proprio sui temi della Gigafactory è intervenuto.
Nell’intervento del segretario Guida si è portata all’ attenzione l’urgenza di avere un confronto diretto con Acc e di aprire un tavolo specifico dove affrontare tutte le problematiche. In modo particolare il passaggio di tutti i lavoratori dall’ attuale stabilimento Stellantis alla futura Gigafactory sarà una priorità di tutta la Uilm. Presenti ai lavori, oltre ai 500 delegati e delegate da tutta Italia, anche la segreteria della Uil, i segretari regionali e i responsabili dei servizi. La sintesi dei due giorni è stata affidata al Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, che ha ribadito la gravità della mancanza di una politica industriale nel nostro Paese, sottolineando l’assoluta necessità di individuare gli asset strategici sui quali puntare per lo sviluppo industriale, la ripresa dell’economia e il rilancio dell’occupazione. Oggi, peraltro, esiste una questione salariale che va affrontata e risolta valorizzando il lavoro, implementando la contrattazione e agendo sulla leva fiscale. In questo quadro si inserisce anche la proposta della Uil di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario per far fronte alle sfide dell’innovazione tecnologica e digitale e per coniugare sempre più i tempi di lavoro con i tempi di vita.
Analogo impegno occorre anche sul fronte del welfare e delle pensioni per ridurre le diseguaglianze, per sostenere i più deboli e per favorire un’uscita dal mondo del lavoro secondo logiche di flessibilità legate alla gravosità dei lavori. La Uil confederale è mobilitata sin dall’inizio di quest’anno per sostenere tali rivendicazioni sia nelle iniziative di piazza, sia nel confronto col Governo che, però, ad oggi non ha ancora fornito risposte soddisfacenti su tutti questi capitoli. La Uil confederale resta in attesa di conoscere i contenuti della Manovra: se non dovessero essere recepite le richieste avanzate unitariamente, la Confederazione ne trarrà le conseguenze e metterà in campo le iniziative di mobilitazione necessarie a sostenere le proposte avanzate. Tutta la Uilm sarà al fianco della Uil condividendone in pieno la linea politica e lotterà fino alla fine per rimettere al centro il lavoro stabile, sicuro e dignitoso.