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venerdì 13 Giugno 2025
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Complice il sole: il Colubro di Esculapio riprende vitalità nei suoi tracciati

COLLETORTO. C’è ancora il sole che domina a tutto campo il cielo, tra rare nubi velate tutte di bianco. A quanto pare non c’è voglia di cedere il passo alla stagione più fresca e meno calda. Un bell’esemplare di Colubro di Esculapio lo abbiamo visto sul ciglio della strada catturare il caldo tra la vegetazione autunnale. È tramortito dalla temperatura per lui ancora bassa. Ma l’occhio rotondo è vigile ai lati della testa che pare ancora attenta. Il rettile colpisce per la sua lunghezza tra il fogliame. A ridosso del bosco di Selvapiana, adiacente alla strada provinciale, tra Colletorto e le ultime propaggini collinari che scendono verso i limiti della Daunia. L’habitat è collinare.

Qui sembra disegnato a mano. Sui dolci declivi ondeggiano leggermente di prima mattina gli ulivi in fila. L’apparizione del lungo rettile nel cuore di novembre appare strana. “Dalla foto che vediamo si nota un bellissimo esemplare di Colubro di Esculapio – precisa il prof. Michele Macchiagodena – esperto attento della fauna e della flora nella zona tra Colletorto, Bonefro, Montorio, Rotello, Santa Croce di Magliano e Montelongo. Questo magnifico esemplare, tra l’altro innocuo perché non velenoso, da noi è molto diffuso ed assume una colorazione piuttosto scura”. In verità è facile avvistarlo nella stagione calda un po’ ovunque. In questo caso si tratta di un rettile maturo abbastanza lungo.

Il Colubro di Esculapio è ghiotto di uova, lucertole e roditori. Vive apertamente in ombra e al sole nella stagione calda. Si chiama così perché deve il suo nome al dio greco Esculapio, padre della medicina, rappresentato da un lungo serpente avvolto a un bastone. Simbolo di cura per ogni malattia. I peggiori nemici sono gli uomini che con mezzi meccanici o auto lo schiacciano sull’asfalto. Ed anche i rapaci che, proprio in quest’area, dalla Montagna al Colle Don Tommaso, frequentemente si vedono volteggiare per cacciare. In questo periodo il colubro dovrebbe dormire tranquillamente nella sua tana. Ma la temperatura davvero strana non riesce a rinchiuderlo nel suo lungo letargo naturale. Nel suo alternarsi delle stagioni si sa che la natura, da svariati anni, ha cambiato pelle. Il clima è sottoposto a cambiamenti estremi.

La pioggia talvolta precipita con vere e proprie bombe d’acqua. Si disorientano gli animali stessi. In questo divenire inquieto, dai monti ai laghi, ai fiumi, agli animali ne risente, nel suo insieme, un po’ tutto l’habitat. Pertanto quello che vediamo nel cuore della raccolta delle olive è davvero inusitato. Oggi i problemi ambientali sono quelli più scottanti. La mappa delle ferite della Terra è senz’altro preoccupante. La guerra le accentua terribilmente. Si amplifica più che mai il contrasto tra uomo e Terra. Si fa sentire nei suoi effetti devastanti. E così la Terra, nelle sue mutevoli grafie, come affermano Sandro Marano e Maria Pia Latorre accentua inattesi cambiamenti e non poche fragilità per animali ed essere umani. 

Luigi Pizzuto