TERMOLI. Lavori, attesissimi, perché serviranno a togliere quella strozzatura di 34 chilometri che mina la capacità di rendere competitiva la dorsale adriatica, schiacciata nella tratta Pescara-Bari. Le Ferrovie dello Stato, attraverso il braccio operativo infrastrutturale Rfi, puntano a sviluppare l’alta capacità, per trasporto passeggeri e merci, ma è un primo passo per far sì che anche nell’Italia orientale ferrovie siano sinonimo di modernità.
Così, da qualche giorno, mezzi al lavoro e cantiere aperto, i dipendenti dell’azienda che si è aggiudicata l’opera, la D’Agostino, già mostrano di sapere cosa fare per rendere concreto un investimento da 430 milioni di euro, da ultimare entro sei anni. Rispetto all’inizio il tracciato ha subito un arretramento dalla costa verso l’interno passando sotto Campomarino con una galleria. Poi anche un viadotto di 2 chilometri che eviterà possibili inondazioni a Pantano Basso.
Questi i maggiori interventi previsti nella maxi opera. A giugno scorso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della aggiudicazione dei lavori. Il raddoppio Termoli-Ripalta si aggiunge al primo lotto Ripalta-Lesina. Complessivamente uno sviluppo di circa 33 chilometri. avrà l’incremento della capacità della linea da 4 treni/h nei due sensi di marcia a 10 treni/h, maggiore regolarità dei viaggi e riduzione dei tempi di percorrenza per i servizi di lungo tragitto. Una necessità cronica, velocizzare e ottimizzare gli spostamenti per decenni una richiesta accorata. Nell’unico tratto della dorsale adriatica a binario unico.