domenica 5 Gennaio 2025
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«Quando non c’è più l’amore», le storie di “Mostri”

URURI. «Quando non c’è più l’amore». Nessun argomento potrebbe risultare più adeguato del contenuto di questo libro per animare un convegno culturale, nell’attualità della tempesta emotiva che turba ogni coscienza nei giorni della tragica morte della giovane Giulia Cecchettin; la cultura è l’arma più potente per combattere i disagi sociali e in questa situazione di violenza di genere che si è venuta a creare, ognuno nel suo piccolo deve fare la sua parte per cambiare il clima culturale che penalizza la donna.

È quanto condivide col pubblico la sindaca Laura Greco, nel corso dell’incontro con l’autore organizzato dall’Amministrazione Comunale di Ururi presso il locale Caffè Letterario, per la presentazione del libro “Mostri. Quando non c’ più l’amore”, di Giovanni Mancinone. La consigliera Rosaria Occhionero nel suo intervento rafforza il concetto: la libertà conquistata dalle donne spaventa e spesso esse vengono lasciate sole nella lotta per combattere pregiudizi e ostacoli (soprattutto in epoca social); occorre l’impegno di tutti.  “Non esistono mostri, ma uomini che ammazzano” esordisce lo scrittore: i mostri non sono tali per conformità intrinseca, ma, almeno per quanto riguarda i femminicidi, lo diventano quando non riescono ad adeguarsi al percorso di libertà che le donne perseguono, nonostante le difficoltà incontrate nel loro cammino. Il libro racconta storie di donne uccise da uomini, fatti di cronaca indagati con lo scrupolo del giornalista, per quanto riguarda le dinamiche, i contesti e le motivazioni da cui si sono generati, la ricerca di documentazione. Cita due casi in particolare, a suo parere emblematici: Ginevra, ragazza bella ed esuberante che cade in una pericolosa rete di adescatori, ma trova il coraggio di denunciare, perciò si salva; e Romina, che subisce le angherie dell’ex fidanzato e viene da lui uccisa col coltello che lei stessa gli aveva regalato.

La denuncia, dunque, è Il punto di svolta di queste tragedie e lo scrittore sottolinea l’importanza di portare alla luce i tanti, piccoli e grandi drammi che rimangono chiusi dentro le mura domestiche; a suo parere le istituzioni, le forze dell’ordine, la magistratura sono dotate di strumenti e ottime professionalità, attente all’ascolto e attrezzate per affrontare il problema. A questo proposito è illuminante l’intervento dell’avvocata Tina Di Michele, che fa parte del centro anti violenza di Termoli, che insieme ai presidi di Campobasso e Isernia, offrono assistenza alle donne in situazioni di pericolo nel nostro territorio. Comunica il numero telefonico 1522, centralino nazionale che mette in contatto con le realtà locali. La professionista, illustrando le attività del centro, parla di attenzione all’ascolto attraverso un approccio non giudicante per incoraggiare l’apertura al dialogo; di valutazione del rischio attraverso specifici protocolli, come attività di prevenzione; e della dotazione di una casa rifugio per accogliere e proteggere donne in pericolo, in modalità segreta.

Insomma, da quanto emerge, pare ci siano segnali positivi del cambiamento del clima culturale riguardo alla violenza di genere; e che l’ondata di emozione suscitata dall’omicidio di Giulia non sia solo un fenomeno passeggero, ma si sia impresso nella coscienza di tutti. A margine dell’evento, la giovane e valente pittrice Rosanna Perugini, stimolata da precedenti incontri con l’autore, ha consegnato alla sindaca un dipinto che esprime i sentimenti presenti nel libro.

Iana Puleggi

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