mercoledì 5 Febbraio 2025
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Braccio di ferro sul futuro della Vibac, luglio 2024 si avvicina: soluzioni lontane

TERMOLI. Sono trascorsi ormai cinque mesi da quando lo stabilimento Vibac, nel cuore del nucleo industriale di Termoli, è tornato all’attività produttiva, seppur a scartamento assai ridotto.

Una vertenza che a fine febbraio 2024 vedrà trascorso un anno dalla procedura di mobilità annunciata dalla proprietà, al centro poi di un lungo braccio di ferro con parti sociali e istituzioni, locali, regionale e anche a livello ministeriale.

Tuttavia, la scadenza dell’ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria accordata sino al luglio prossimo non è così lontana e l’azienda ha ribadito con forza che a luglio non ci saranno spiragli.

Posizione ribadita dal maggiore azionista nell’incontro del tavolo di crisi riunito ieri mattina a Palazzo Vitale.

«Noi pensiamo che stia sbagliando e glielo ricorderemo fino a luglio e gli dimostreremo che per lo stabilimento Vibac non ci può essere futuro con sole 24 unità ma ci sarà bisogno di ben altri numeri. Lavoreremo affinché le 116 unità che rimangono fuori da questo discorso si riallocheranno. Il nostro obiettivo principale è che Vibac rimanga sul territorio. Il presidente Battista ha dato uno spaccato di estrema criticità e di speranze pari a zero. Io faccio un’altra analisi, da 24 unità ne hanno dovute mettere dentro altre dieci, per poter far fronte agli ordinativi», ha riferito il segretario generale della Uiltec Carlo Scarati.