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giovedì 12 Giugno 2025
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Autonomia differenziata, si leva il coro a difesa del territorio

BASSO MOLISE. Tiene banco il tema dell’autonomia differenziata, discussa martedì 16 gennaio in Senato, dove tra i relatori era presente anche Costanzo Della Porta, senatore e sindaco di San Giacomo degli Schiavoni.

Un tema caldo che vede molti amministratori andare contro, perché “il Sud sarebbe abbandonato a sé stesso”, come ha affermato la sindaka di Casacalenda, in un lungo post sulla sua pagina Facebook.

«Le mie riflessioni sull’autonomia differenziata. Autonomia Differenziata. Il Molise tace, ma non al Senato. Il 16 Gennaio a Roma, al Senato, si è discusso il DDL per l’attuazione dell’Autonomia differenziata. Tra i Relatori, il Senatore Della Porta, Sindaco del nostro territorio.

Sulla autonomia differenziata si è davvero detto tanto e, da mesi, si vedono manifestazioni – attribuite, erroneamente, solo a Sindaci e Amministratori di centrosinistra – in tutta Italia, che hanno lo scopo di aprire le coscienze e far riflettere sul cambiamento proposto dalla Lega, sostenuto da questo Governo, e promosso da tutti quelli che vogliono vedere l’Italia definitivamente spaccata, un Sud abbandonato a sé stesso e la definitiva morte dei territori “di frontiera”. Da anni, in Molise, siamo solo un numero. Meno di 300 mila. E su questo numero ci hanno concesso economie, aiuti, servizi e sanità. E oggi siamo così: senza infrastrutture, senza ospedali, senza servizi assistenziali; perché noi siamo un numero, un numero che non fa ricchezza, non produce; fatto sempre di più di anziani e di famiglie che restano ma non mettono al mondo bambini perché il lavoro è precario, insicuro, mal retribuito.

In una Regione i cui rappresentanti (negli anni passati) hanno dimostrato la loro inadeguatezza legiferando il meno possibile, dimostrato di essere incapaci di fare programmazione, in cui fondi Europei indiretti tornano indietro in percentuale altissima, ci permettiamo di stare in silenzio sulla riforma dell’autonomia?

Ma non facciamone una battaglia tra partiti, sarebbe sbagliato. Il Presidente Roberti, da Sindaco, era accanto a me e ad altri colleghi, a Napoli, a marzo scorso a lottare contro questo DDL senza dignità. Oggi è ancora convinto che questa riforma sia una disgrazia per il Sud e per le aree interne e marginali come il nostro Molise, oppure ha cambiato idea?

Questa battaglia non possiamo non farla perché è a difesa dei cittadini, dei nostri territori e di tutto il Sud.

Noi vogliamo un Paese moderno, basato, come da Costituzione, sul principio di solidarietà economica e sociale; in cui tutti godono degli stessi diritti civili e sociali, che hanno lo stesso accesso ai servizi, alle prestazioni, al sostegno …insomma ai tanto famigerati LEP! (che da 20 anni ancora non si riescono nemmeno a definire, figuriamoci a garantire).

A chi mi dice che la riforma prevede innanzitutto il rispetto dei LEP – Livelli essenziali di prestazioni – chiedo: come farete a definirli in così poco tempo e come faremo, tutti, a garantirli nei territori come il nostro? Non siamo riusciti a assicurare la sanità minima, gli asili, le infrastrutture, i trasporti e voi mi venite a proporre di legiferare in autonomia – sempre nel rispetto di Madre Costituzione – su altre 500 materie, tra cui, la SCUOLA!

Io dico, FOLLI!

Paolo Balduzzi, economista, precisa “non esiste un criterio oggettivo o tecnico che permetta di stabilire se una regione sia o meno in grado di fare meglio dello Stato negli ambiti di competenze che saranno trasferiti. Appare pertanto imprescindibile, e prima di un qualunque ulteriore avanzamento legislativo, introdurre strumenti di misurazione oggettiva dei risultati storici delle varie regioni nelle diverse materie”. E io aggiungo: siamo riusciti a distruggere la sanità in tutta la Nazione tanto che Tina Anselmi ci prenderebbe a schiaffoni e ci sentiamo nella posizione di rendere autonome le Regioni su 500 nuove materie?

Ma davvero crediamo che le Regioni abbiano le strutture amministrative (perché io poco ci credo ai trasferimenti di personale di cui si parla nel DDL) per gestire tutto questo?

La Regione Molise risponde con un protocollo di ricezione alle comunicazioni pec dopo 8 giorni; non ha personale, non ha tecnici specializzati (e quelli che ha sono allo stremo e perennemente in ritardo), non assume da anni se non con incarichi su cui non mi esprimo; è già povera sotto tutti i punti di vista; come può anche solo pensare di poter sostenere questa riforma?

E lo chiederò soprattutto al Senatore Della Porta, relatore del DDL, in prima linea a favore della riforma, nell’incontro che ha concesso ai Sindaci del territorio per il prossimo 29 Gennaio.

Senatore, Lei è Sindaco, accanto a noi in trincea, accoglie i cittadini che non hanno ospedali, che non hanno strade, frustrati da un territorio che li misura in numeri; come risponde a chi vuole essere raccomandato per un controllo medico perché senza deve aspettare mesi? E alle madri che non hanno nidi o a quelle che vedono i propri figli sui mezzi pubblici a 6 anni fare chilometri per andare a scuola la mattina, anche senza accompagnatore? E ai pendolari senza mezzi? Ai lavoratori senza stipendi? Cosa dice ad un anziano rimasto solo perché i suoi figli sono emigrati (perché pure il collocamento, in capo alle Regioni, non ha mai funzionato) al nord perché al sud, se ci vuoi restare, ti devi accontentare? Dice loro che lo Stato troverà i fondi per garantire loro i LEP sul bilancio Statale? o su quello Regionale?

O che deve trasferirsi in Regioni più ricche? 

Senatore Della Porta, e sa bene che non parlo solo a Lei, ma anche al Senatore Lotito che sostiene di conoscere benissimo il nostro territorio, le difficoltà, le sue precarietà; Io ho una figlia di 10 anni, Senatore, come anche lei ha figli; io alla mia non voglio dire, domani, “ho avuto l’occasione per impedire che accadesse il peggio alla nostra terra e non ho fatto nulla”. Lei si trova nella posizione di dire ai suoi di figli: “io l’ho fortemente voluta questa autonomia, ne sono stato relatore in Senato”. Il futuro attende il confronto con le nostre coscienze. Io la voglio vedere realizzata l’idea che avevano 60 anni fa di “Regione Molise”, lavoro per questo, perché questa nostra Regione è così straordinaria che merita la sua vera occasione… e non di sopravvivere a 50 anni di piani di rientro o ad una autonomia che la porterà ad avere lo stesso numero di abitanti del deserto del Gobi, ammesso che resista.

Il Governo, anche con Lei in prima linea, potrebbe iniziare a lavorare seriamente per coprire il divario tra regioni che crea differenza tra cittadini; potrebbe eliminare un po’ di questa maledetta burocrazia che non ti fa vedere realizzato un progetto se non dopo anni; un governo che si occupa di formazione e ricerca; che guarda ai giovani, alle donne (che mettono al mondo il futuro!) ai fragili, ai poveri.

Mi dispiace, non ci credo che in così poco tempo siate riusciti, voi firmatari dell’Autonomia differenziata, a definire i LEP, e men che meno che siate in grado di garantirli a tutti i cittadini, in egual modo, in tutta la nazione.

A noi, al Sud, manca davvero tutto, partiamo già diversi. Si faccia marcia indietro o sarà fare un passo in avanti verso il baratro».

Dello stesso avviso anche Giuseppe Caporicci, ex sindaco di Portocannone.

«Raramente “socializzo” post altrui, ma in questo caso non posso farne a meno, in quanto condivido totalmente le riflessioni dell’amica Sabrina Lallitto , brillante Sindaco di Casacalenda. Il tema del contrasto a questo scellerato disegno di legge (partorito da quel tal Roberto Calderoli che definì la legge elettorale da lui stesso ideata “UNA PORCATA”) dovrebbe essere un tema senza colore politico. Purtroppo, invece, sembra essere diventato la merce di scambio con cui Fratelli D’Italia si garantirà l’appoggio della Lega per il progetto di riforma costituzionale sul Premierato.

Tutto questo sulle spalle dei cittadini meridionali.

Come se non fosse sotto gli occhi di tutti che la devoluzione dei poteri dallo stato centrale alle Regioni, che ci era stata venduta come la soluzione di tutti i mali del Mezzogiorno attraverso la RESPONSABILIZZAZIONE DELLA SUA CLASSE DIRIGENTE (ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere), si è tradotta in un immane disastro con la desertificazione dei servizi ed il concentramento di ulteriore potere politico nelle mani delle spesso mediocri amministrazioni locali.

Abbiamo già dimenticato cosa era il Servizio Sanitario Nazionale prima che la gestione della spesa sanitaria passasse alle Regioni?

Ma come possiamo averlo fatto proprio noi molisani, che ormai siamo di fatto privati del diritto costituzionale alla salute?

Ma davvero neanche la drammatica esperienza della pandemia ci ha insegnato nulla?

Siamo stati l’unica Regione a non essere capace di allestire uno straccio di Ospedale Covid pur in presenza di una struttura già pronta per l’uso (Larino). Una gestione dilettantistica ed imbarazzante. E noi pensiamo davvero che trasferire altre materie in capo ad una Regione che ormai, per disorganizzazione e carenza di risorse umane, non riesce nemmeno a gestire più l’ordinario possa essere un’opportunità e non un disastro annunciato?

Peraltro parliamo di materie delicate quali, ad esempio: istruzione, tutela e sicurezza del lavoro, commercio con l’estero, professioni, ricerca scientifica e tecnologica, tutela della salute, alimentazione, protezione civile, governo del territorio, produzione trasporto e distribuzione dell’energia ecc.

Questo DDL rischia di essere la pietra tombale dell’unità nazionale ma soprattutto sarà la mazzata finale per il sud dell’Italia dal quale, ove dovesse essere approvata, saremo piano piano tutti costretti a fuggire come già fanno oggi i migliori talenti delle nostre giovani generazioni.

Leggete. Informatevi. Fatevi una vostra idea, senza vestire la casacca del tifoso di questo o di quel partito politico, ed esponetevi. C’è in gioco il vostro futuro e quello dei vostri figli. Ed un grazie a Sabrina per avere sempre la schiena dritta, ed il coraggio di metterci la faccia».