GUARDIALFIERA. C’è una pagina solenne di vita collettiva a Guardialfiera che supera ogni vento. È scritta con la penna del fervore, dell’appartenenza e della solerzia d’ogni nostro concittadino. È un racconto di storia firmato per davvero dal coro d’una intera comunità concatenata al fenomeno del Presepe Vivente. Che siano essi figuranti, ideatori o operatori o detentori di ambienti nel delizioso borgo antico di “Piedicastello”; o indaffarati in inventive collaterali, son tutti abbacinati dall’incessante evoluzione metodica e creativa della rappresentazione e dall’incanto di ogni nuovo proscenio.
Nella scuola del Presepe c’è spazio per tutti, per chiunque voglia esprimere la propria geografia interiore. C’è un lavoro da compiere; una fatica enorme da sfidare. Ma non importa! “Non sarà mai un’autostrada da costruire” – dicono a Guardia – e ciascuno sa, infatti, trasfigurare qui le tangenziali, in sentieri di sole. C’è un elenco, nel presepe, di regole semplici. Esistono mappe di attività da sbrigare. L’effetto presepe va aprendo e dilatando una breccia sul presente e sul futuro della autentica compartecipazione. C’è un’alleanza adulta; una irruzione di entusiasmi, una rivolta di onesti. Tutto sa di proposte nuove, di mani solerti. Capita un accumulo di un peso gravoso che man mano diventa dolce, che mette le ali e che fa nascere il “cantico alle stelle”.
Dopo 36 edizioni il Prese seguita ad infiammare figure colte e uomini semplici; donne, giovani e fanciulli, tramutando le relazioni umane in sacramenti di Dio quaggiù. E si cresce in bontà e saggezza e nel potente ed umile piacere del vivere. Fine assoluto non è quello di essere adorati e obbediti, ma di spalancare occhi come stelle sul davanzale delle difficoltà e sul trionfo del saper vita umana in una comunione di vita.
Con la carezza d’una atmosfera tiepida, con l’intensità dei colori, lo splendore del fuoco e degli animi e la spettacolarità d’una parata di pace: la sfilata cioè dei personaggi compunti, l’arrivo dei magi, con l’ufficialità delle cariche civili, religiose e militari, s’è chiusa la 37^ edizione del “Piedicastello”.
È, insomma, l’apoteosi d’una Pro-Loco, a Guardialfiera, di insolita eccellenza, al punto d’aver misteriosamente concretata – attraverso il poema dei rapporti interpersonali – l’esortazione di San Paolo Apostolo ai Romani: “Amatevi gli uni gli altri; gareggiate nello stimarvi a vicenda; non siate pigri nello zelo, siate ferventi nell’ingegno, forti nelle prove, solleciti nelle necessità altrui, premuroso nell’ospitalità”. (Rm 12, 9-13) Vincenzo Di Sabato.