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mercoledì 2 Luglio 2025
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Pesca: la flotta italiana “regge” nonostante le difficoltà

TERMOLI. Lo stato dell’arte, la fotografia della pesca italiana: è stato diffuso nell’ultima decade di dicembre dal Masaf il rapporto sulla flotta tricolore iscritta nell’Archivio Licenze di Pesca al 31 dicembre 2022, dove risultano 11.785 unità. Il tonnellaggio di stazza lorda complessivo espresso in GT è pari a 141.936, mentre la potenza motore è di 920.006 kW. Rispetto al 2021, quindi, si registra una lieve riduzione sia nel numero di battelli che di stazza e potenza motore. Nel corso del 2022 è stata esportata in paesi extracomunitari un’altra unità oceanica che operava fuori dallo stretto. Dal confronto con il 2021 emerge che il numero di battelli diminuisce dello 0,71%, i GT si riducono dello 0,74%, mentre la potenza motore scende dello 0,35%.

Delle rimanenti 5 unità operanti fuori dallo stretto, 4 sono strascicanti, ed operano nella zona FAO 34_3 (Eastern Central Atlantic) ed una autorizzata con sistema circuizione, opera nell’area 51_7 (Western Indian Ocean). La flotta mediterranea, quindi, al 31 dicembre 2022 è costituita da 11.780 battelli, che ammontano a 138.010 GT di stazza e 912.166 kW di potenza motore. La riduzione della capacità di pesca rispetto all’anno precedente è stata marginale. Nel corso del 2022, la suddivisione della flotta da pesca per sistemi conferma la struttura registrata negli anni precedenti.

Con 8.338 battelli, la pesca artigianale (PGP) rappresenta di gran lunga il segmento più importante in termini numerici, quotando da solo il 70,62% del totale della flotta. Tuttavia, il peso si riduce notevolmente in termini dimensionali, attestandosi al 14,08% dei GT ed al 29,25% dei kW totali. Con 2.045 unità (il 17,32% del totale nazionale), la flotta operante con attrezzi da traino (DTS e TBB) è la seconda in termini di numerosità e la prima in termini dimensionali. Difatti, tale sistema rappresenta il 59,16% dei GT ed il 46,49% dei kW nazionali. Il segmento delle draghe idrauliche (DRB) conta 715 unità produttive che equivalgono al 6,06% della numerosità nazionale, al 6,63% dei GT ed all’8,39% dei kW nazionali. La flotta armata a volante (TM) rappresenta meno dell’1% dei battelli ed il 5,56% del tonnellaggio totale italiano. Il segmento della circuizione (PS), è costituito da 362 battelli e rappresenta il 5,22% del tonnellaggio nazionale complessivo. Il nucleo di battelli che utilizza come tecnica prevalente il palangaro (HOK) è costituita da 207 imbarcazioni (1,75 % della flotta italiana) e rappresenta circa il 3,47% del tonnellaggio e il 4,02% della potenza motore nazionali.

La flotta tonniera conta 21 imbarcazioni che, sebbene siano solamente lo 0,18% del numero totale dei battelli nazionali, in termini di tonnellaggio rappresentano il 3,34% dell’intera flotta. La flotta che opera al di fuori del Mediterraneo, che si è ridotta rispetto all’anno precedente, è attualmente costituita da 5 battelli. Quattro di questi sono armati a strascico ed uno a circuizione, e insieme totalizzano una stazza di 3.926 GT ed una potenza motore di 7.840 kW. Facendo riferimento alla ripartizione geografica per GSA, si nota che la maggior parte della flotta italiana (2.890 unità) è concentrata nella GSA 17 (Adriatico settentrionale).

In effetti, le marinerie comprese in quest’area, che abbraccia la fascia costiera dal Molise al Friuli-Venezia Giulia con una estensione di oltre 700 km, costituiscono un nucleo rilevante della pesca italiana, dove si riscontrano tutte le possibili tecniche di pesca. Il numero di unità della GSA 17 presenta un’incidenza percentuale del 24,49% sul totale Italia, ed in termini dimensionali concentra poco più del 30% di stazza e potenza motore.

L’area nord-adriatica è seguita per numerosità dalla flotta che opera nel mar Tirreno meridionale e centrale (GSA 10), che include le aree regionali della Campania, Calabria tirrenica e Sicilia nord; qui si concentrano 2.649 unità pari al 22,45% in termini numerici, il cui contributo dimensionale è pari al 14,05% in GT e al 16,21% in potenza motore Dal punto di vista della consistenza numerica seguono le GSA 11, 9 e 19; le flotte di queste aree incidono sul totale nazionale con percentuali che oscillano dal 12,12% all’11,35% in termini di numero di battelli e dal 8,56% al 7,61% in GT. Con 1.096 battelli, la flotta che opera lungo il litorale Sud della Sicilia (Gsa 16) registra un’incidenza inferiore al 10% in termini di numero di unità. Tuttavia, il ridotto valore numerico viene compensato dalla consistente dimensione dei battelli che mediamente presentano una stazza di 25,34 GT (più del doppio della media nazionale dei battelli operanti nel Mediterraneo, pari a 11,70 GT). Infine, la flotta della GSA 18, che include la parte nord della Puglia, incide per l’8,62% sulla numerosità totale ed intorno all’10 % per quanto riguarda la capacità espressa in GT e kW.

Utilizzando il 2004 come anno base di riferimento, si nota una evidente contrazione nella consistenza della flotta, che passa dai 14.873 battelli del 2004 agli 11.807 del 2022, registrando quindi un calo complessivo superiore ai 2900 motopesca. Tale significativa flessione (-20,61%) ha interessato maggiormente battelli con dimensioni superiori alla media. Infatti, il GT totale è diminuito del 29,18% ed il kW totale del 24,03%. Il processo di forte ridimensionamento della struttura produttiva è da ricondurre alle misure previste dalla Politica Comune della Pesca, che ha sostenuto e incentivato la fuoriuscita dei pescherecci, attraverso specifiche misure di arresto definitivo.