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mercoledì 9 Luglio 2025
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«Possiamo pensare ad un futuro per il nostro Molise?»

LARINO. Il circolo Pd di Larino esprime una profonda preoccupazione per l’approvazione in Senato del disegno di legge Calderoli e condivide la linea politica del Partito democratico che sia a livello nazionale che regionale ha assunto una posizione di forte opposizione al disegno di legge sull’autonomia differenziata.

«Da più parti è stata dichiarata la scelleratezza di questo disegno di legge perché accelera in modo spropositato la già imperante divisione tra il Nord e il Sud dell’Italia. In seguito della riduzione drastica delle materie di competenza esclusiva dello Stato ci potrebbe essere un’esplosione di diverse “gestioni” in alcuni settori importanti per tutti i cittadini italiani e questo potrebbe accadere per la sanità, il lavoro, istruzione, l’ambiente.

Lo Stato centrale si spoglierebbe dei suoi poteri e le Regioni avrebbero totale autonomia sulle materie già citate e non solo. Ora è inutile nascondersi dietro un dito, sappiamo che è previsto un iter legislativo lungo e complicato che prevede anche la definizione dei Lep (Livelli essenziali di prestazione) ma la credibilità di tale disegno per le Regioni del Sud è davvero improbabile. Come può una Regione come la nostra permettersi di accettare tale disegno di legge?

Come possono i deputati eletti dai molisani accettare una simile scelleratezza, come possiamo noi molisani vivere serenamente, sapendo il ruolo che dovrebbe avere la Regione a partire dalla definizione dei Lep, con un governo regionale che ha avuto mille difficoltà per approvare il bilancio regionale e che in più di cinque anni non ha prodotto alcuna iniziativa legislativa importante a partire dall’adeguamento dei Piani regionali sull’ambiente, sui trasporti. Possiamo pensare ad un futuro per il nostro Molise?

A questo punto facciamo un appello a tutti i nostri rappresentanti politici nazionali, regionali e locali affinché facciano sentire forte la loro voce e che siano espressione del tanto conclamato amore per questa terra già troppo spesso usurpata!»