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sabato 15 Novembre 2025
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«Basta chiacchiere», imprenditori balneari pressano i parlamentari

TERMOLI. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, continua la mobilitazione dei balneari. Nei giorni scorsi, a Carrara altra assemblea della categoria. «La gravità della situazione impone un intervento legislativo tempestivo ed efficace. Il governo non può più tacere».

Presa di posizione condivisa e commentata dal presidente regionale del Sib Molise, Domenico Venditti: «Dichiariamo lo stato di agitazione per una categoria che ha come già sappiamo da numerosi anni questo problema della Bolkestein.

Questo governo ha più volte assicurato di risolverlo, purtroppo siamo arrivati a marzo 2024 senza nessun provvedimento e quindi ci sentiamo ancora in balia di una totale incertezza, nella gestione del demanio marittimo, a questo si aggiungano alcuni atti assunti da taluni Comuni che ledono i concessionari, anche se in Molise non abbiamo avuto simili problematiche, dove enti locali e Regione stanno interpretando al meglio la legge. Noi aspettiamo una riforma nazionale e siamo costretti a dichiarare lo stato di agitazione, sia a livello nazionale che locale. Nelle prossime settimane decideremo quali saranno le manifestazioni da intraprendere, vista anche la stagione balneare imminente».

In vista della manifestazione del prossimo 11 aprile, i due sindacati principali hanno scritto ai presidenti di Camera e Senato chiedendo di accelerare nell’emanazione della legge. 

Di seguito il testo:

«Le scriventi Organizzazioni maggiormente rappresentative dei balneari italiani con la presente Le comunicano che hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria e che l’11 aprile prossimo alle ore 11,00 ci sarà una manifestazione in Piazza SS Apostoli. Riteniamo di non doverLe spiegare quanto la balneazione attrezzata italiana sia importante non solo per l’economia ma persino per l’identità del nostro Paese. Siamo stati costretti a queste forme di lotta e alle altre che dovessero eventualmente rendersi necessarie per la mancata emanazione di un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti che riguarda decine di migliaia di imprese balneari italiane attualmente operanti. Le norme vigenti sono state disapplicate dalla Giustizia amministrativa (v. per tutte la grave sentenza del CdS VI Sez. 1° marzo 2023 nr. 2192) senza che il Parlamento abbia ritenuto di dover sollevare, ex art. 134 Cost., conflitto di attribuzione per eccesso di giurisdizione davanti alla Consulta. Così facendo ha, di fatto, avallato l’inefficacia delle disposizioni appena varate con la legge 24 febbraio 2023 nr. 14 di conv. del D.L. 29 dicembre 2022 nr. 198 (cd Milleprorghe). Per cui alcuni Enti concedenti (Comuni e Autorità di sistema portuale) stanno ponendo in essere le procedure amministrative per la messa a gara delle aziende attualmente operanti. Non si tratta solo di stabilimenti balneari ma anche di ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge ecc.: tutto ciò che insiste sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Non è assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia con l’inevitabile conseguente contezioso che siamo costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti. L’inerzia del Governo e del Parlamento rischia di distruggere un importante settore economico perfettamente efficiente e di successo. È di tutta evidenza la gravità della situazione e l’urgenza di un intervento normativo risolutivo».