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mercoledì 30 Luglio 2025
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“Non si naviga e non si pesca”: la troupe di “Fuori dal coro” accende i riflettori sul parco eolico

TERMOLI. Torna d’attualità il tema delle energie rinnovabili e dell’eolico offshore. Nella sera di ieri, mercoledì 20 marzo, la trasmissione condotta da Mario Giordano, “Fuori dal coro”, ha realizzato un servizio partendo proprio da Termoli.

Dopo le tante battaglie portate avanti dagli Armatori Pesca del Molise, dalla Casa dei diritti delle persone con la presidente Laura Venittelli sempre in prima linea e la nascita del comitato, del quale fanno parte la “Casa dei Diritti delle persone Ets”, Konsumer Italia Molise Ets, Assonautica Campobasso, Consorzio Termolisemare, Discoli del Sinarca, Federcoopesca Molise, Società Cooperativa Pescatori Molisani e Lipu, anche la trasmissione televisiva ha posto l’accento sul “grande” progetto che interesserebbe la città di Termoli. Un progetto che, però, non ha margini di compatibilità con l’attività di pesca professionale, nemmeno con la revisione progettuale al centro di questa nuova fase di escussione dei pareri.

Ma cos’è il progetto Maverick? Questo parco eolico potrebbe nascere al largo della costa del Molise. E viene paragonato al più importante parco eolico offshore in Italia in termini di capacità installata: complessivamente 1,05 GW divisi su 70 turbine da 15 MW, tra 21,7 e 40 km di distanza dal litorale.

La Maverick Srl, controllata dalla Green Bridge, ha infatti presentato il progetto definitivo relativo al parco “Eolico Offshore Molise”, rivisto rispetto alla sua versione iniziale che prevedeva anche la creazione di un impianto di produzione di idrogeno verde da 800MWE di potenza nella zona industriale del comune di Termoli.

Secondo il cronoprogramma del progetto, gli aerogeneratori saranno installati tra gennaio 2028 e dicembre 2033. La produttività annua media prevista è stimata in 2.673.300 MWh, che consentirebbe di coprire gran parte del consumo elettrico dell’intera regione, soddisfacendo il fabbisogno di elettricità complessivo di un territorio urbanizzato corrispondente a circa 440mila abitanti, considerando un consumo pro capite per abitante pari a 6.000,2 kWh/anno.

Nell’area in cui dovrebbe sopregere l’impianto la velocità media del vento è di 6,35 m/sec, con direzione prevalente Nord-Ovest: il Capacity Factor lordo è del 30,6% con efficienza complessiva dell’impianto del 95%, che dà un Capacity Factor netto del 29,1%.

Secondo Maverick, inoltre, l’impianto eolico offshore fornirà un significativo contributo sia in termini di emissioni evitate che di copertura del fabbisogno di energia elettrica. Nei 30 anni di vita utile del parco eolico, sottraendo quelle dipendenti dal ciclo produttivo, di installazione ed esercizio della centrale eolica offshore, si eviterebbe il rilascio in atmosfera di 35 milioni di tonnellate di CO2, nonché di altri inquinanti come oltre 10mila tonnellate di ossido di zolfo e 5mila tonnellate di ossidi di azoto.

L’area marittima interessata dal parco eolico è stata ridotta da 295 a 219 kmq (181 in acque territoriali e 38 extra), con uno spostamento verso sud rispetto a quella inizialmente individuata. Questo anche per venire incontro alle esigenze dei pescatori, facilitandone l’ingresso al porto di Termoli.

Intervistata la gente del posto, in tanti hanno dato parere negativo alla realizzazione del parco eolico nel loro mare. 

Alla domanda della giornalista su cosa preferisse tra pale eoliche e pesce, una signora ha affermato senza ombra di dubbio “il pesce! Io sono figlia di marinai”. 

L’inviata di “Fuori dal coro” ha poi proseguito il servizio salendo su un peschereccio facendo vedere ai telespettatori che quello specchio d’acqua con le Isole Tremiti di fronte, sarà riempito da 70 pale eoliche.

Avere 70 pale eoliche in mare per i pescatori termolesi significherà dire addio al proprio lavoro. Dove sorgeranno le pale eoliche non si potrà né navigare né tantomeno pescare.

Le pale eoliche saranno grandi come l’Isola d’Elba per un costo di oltre 2 miliardi di euro.

La giornalista ha contattato la Maverick Srl, con il suo amministratore delegato Roberto Lucarelli, chiedendo come delle società piccole come le loro potessero investire oltre 2 miliardi per un progetto così grande. 

Alla domanda, l’amministratore ha risposto “che ci sono investitori stranieri, colossi di cui non posso fare nomi che investiranno qui”.

Multinazionali quindi ancora sconosciute. 

Il mare di Termoli diventerà privato. La concessione per 40 anni significherà far morire la pesca e i pescatori di Termoli.