TERMOLI. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano è organizzato in modo esemplare ed è stato strutturato per fornire a tutti i cittadini un’assistenza sanitaria completa:
· Assistenza primaria, espletata dai medici di medicina generale/pediatri di libera scelta;
· Continuità assistenziale (guardia medica);
· Medicina dei Servizi (Dipartimenti di Igiene e Sanità Pubblica);
· Medicina Specialistica Ambulatoriale (“la Medicina Territoriale”);
· Servizio Territoriale di Emergenza affidata al “118”;
· Rete ospedaliera pubblica;
· Rete ospedaliera privata /convenzionata con il SSN;
La legge 833/1978 soppresse il sistema mutualistico ed istituì il SSN con decorrenza dal 1° luglio 1980, garantendo in tal modo, gratuitamente, l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini italiani.
Successivamente si è giunti col d.lgs. del 19/06/1999, n.°229, alla riforma della “regionalizzazione” ed aziendalizzazione del SSN.
Questa riforma ha rappresentato il primo tentativo di porre, al centro dello scenario locale la REGIONE, titolare della funzione legislativa e amministrativa in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera e quindi responsabile della programmazione sanitaria regionale.
Quindi le USL, da strutture operative dei Comuni, si trasformavano in ENTE Strumentale della Regione, prendendo la connotazione di AZIENDE con riconoscimento di personalità giuridica Pubblica.
La Medicina Specialistica Ambulatoriale.
I medici Specialisti di ogni branca, esercitano l’attività professionale in regime di Convenzione con le Aziende Sanitarie Regionali nell’ambito dell’organizzazione del SSN, per il perseguimento delle finalità dello stesso SSN.
Questo particolare tipo di rapporto lavorativo, nasce dalla legge n.°883 del 23/12/1978 seguìto poi dall’art.8 del legislativo del 30/12/1992, successivamente contrattato dal Ministero della Salute, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il SSN.
La differenza contrattuale che appare principalmente evidente tra i medici specialisti ambulatoriali ed i medici dipendenti, risiede nel fatto che il primo ha un rapporto libero professionale in regime di convenzione ed è retribuito sulla base del numero di ore di lavoro per le quali è convenzionato con l’Azienda Sanitaria.
Il contratto di lavoro è di tipo orario e prevede un orario massimo di 38 ore settimanali.
Le ore di incarico lavorativo, per ogni branca specialistica, possono essere espletate con una o più aziende sanitarie della stessa Regione o di altra Regione.
Il medico specialista ambulatoriale non è mai stanziale, come il collega dipendente ospedaliero, ma di prassi svolge la propria attività in più sedi anche nella stessa giornata lavorativa.
Nella Regione MOLISE, la politica Sanitaria ha realizzato, negli anni, un’ottima offerta dei Servizi Sanitari Specialistici territoriali, costruendo difatti molte strutture adibite a Poliambulatori specialistici pubblici.
La popolazione dei 136 Comuni molisani ha, nel raggio di pochi chilometri, la possibilità di usufruire di strutture pubbliche ambulatoriali specialistiche.
Le attuali sedi dei Poliambulatori della A.S.Re.M. sono:
1. CAMPOBASSO
2. BOJANO
3. TRIVENTO
4. RICCIA
5. SANT’ELIA A PIANISI
6. TERMOLI
7. LARINO
8. MONTENERO DI BISACCIA
9. CASTELMAURO
10. SANTA CROCE DI MAGLIANO
11. ISERNIA
12. VENAFRO
13. AGNONE
14. FROSOLONE
L’attività degli Specialisti Ambulatoriali quindi può “coprire” l’intero territorio molisano, svolgendo inoltre, come da contratto di lavoro, consulenze specialistiche a domicilio dei pazienti in tutti i 136 comuni molisani in relazione alla competenza del Distretto Sanitario presso il quale si svolgono le ore di servizio.
Le Liste di Attesa
L’annoso problema delle liste di attesa, per ottenere una prestazione specialistica ambulatoriale, non può esser fatta leggendo soltanto i numeri ma, studiando nei particolari come è architettato il Servizio Territoriale offerto dalle Aziende sanitarie regionali.
Ogni specialista, se presta servizio in un Poliambulatorio una sola volta alla settimana,
è chiaro che si reca 4 volte al mese in quella sede,
quindi 4 mesi di lista di attesa deve essere “letta” come 16 giorni lavorativi dello specialista.
Ogni Specialista Ambulatoriale ha più sedi lavorative e non tutti hanno 38 ore settimanali di servizio.
Quando si parla di riduzione delle liste di attesa, solo leggendo i numeri, è indispensabile comprendere che non si possono ridurre le attese dei pazienti contraendo la tempistica delle singole prestazioni che lo specialista eroga, perché ciò porterebbe solo a valutazioni superficiali incrementando anche il rischio clinico. “Il tempo di colloquio con il paziente è anche tempo di cura”.
Il Medico Specialista Ambulatoriale, non può avere meramente compiti “produttivi”, bensì DEVE garantire la qualità dei Servizi e garantire la Salute di ogni singolo cittadino evitando quindi accessi impropri nelle strutture ospedaliere.
Le Aziende Sanitarie, indubbiamente, dovrebbero riprogrammare insieme alla Politica sanitaria, l’offerta territoriale dei Servizi specialistici territoriali, studiando a fondo le criticità territoriali e ascoltando i medici specialisti.
Più ore di medicina specialistica ambulatoriale quindi maggiore offerta di Servizi per abbattere le liste di attesa.
Dottor Giovanni Lombardi