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mercoledì 26 Marzo 2025
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Alla professoressa Antonella Lina Di Carlo

GUGLIONRSI. Carissima Professoressa del mio cuore,
mentre il mio percorso misto tra tirocinio e AEC volge al termine, non posso fare a meno di
esprimere la mia gratitudine per la tua incalcolabile disponibilità e per tutto ciò che ho
appreso in questi mesi.

Ho osservato con ammirazione l’impegno e la passione che riversi
nel tuo lavoro, il che mi ha portato a rivedere il mio punto di vista sul ruolo del docente di
sostegno. Un ruolo che, se svolto con dedizione, va ben oltre la semplice figura di tuttologo
o tappabuchi, con competenze che trascendono la specializzazione o le molteplici teorie
pedagogiche. La decisione di averti come tutor non è stata casuale, ma ponderata e voluta,
poiché ero consapevole che avrei potuto “toccare con mano” tutto ciò che fino a ieri (per
me), era teoria, apprendere direttamente dalla tua esperienza, e dal ruolo di referente per
l’inclusione che ricopri con altrettanta competenza.

La delicatezza di questo incarico, le sfide
reali nella gestione delle diverse disabilità e quanto sia ancora lontana distanza la nostra
società da una vera inclusività, soprattutto nel contesto scolastico, sono state lezioni
preziose. Ho appreso quanto la burocrazia si cela e a volte ostacola la richiesta da parte
delle famiglie di studenti con disabilità di un docente di sostegno e quanta altra sia
necessaria affinché il diritto sia garantito e persista nel tempo. Ho potuto constatare
personalmente, e attraverso te, quali siano davvero le qualità imprescindibili di un docente,
non solo di sostegno: un’elevata sensibilità, così come è inderogabile che sia empatico per
permettergli di comprendere l’alunno e le sue difficoltà cognitive e relazionali, in modo da
aiutarlo a superarle nel migliore dei modi.

Che sia gentile e paziente; un attento osservatore
ed ascoltatore, poiché gli alunni con disabilità richiedono attenzione e ascolto, anche nei
momenti in cui non lo manifestano esplicitamente. Un buon insegnante di sostegno deve
saper leggere tra le righe e saper ascoltare soprattutto i silenzi, che sono proprio quelli a
fare discorsi più eloquenti. Infine, deve essere un ottimo facilitatore e mediatore e tu, cara
“proffa ce le hai tutte”, queste qualità, anche quella per le corse di cavalli e buoi.

Con affetto e riconoscenza,

Lucia Lamanda