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martedì 26 Agosto 2025
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Scelte tardive e poca coesione: il centrodestra conferma la sindrome minoritaria a Campobasso

CAMPOBASSO. Nella storia recente della seconda repubblica il centrodestra ha toccato palla, segnando, solo nel 2009, quando vinse Gino Di Bartolomeo, insomma, senza il fisico di Big Gino, comunque sull’onda di un centrodestra affermato a livello nazionale e di un centrosinistra in ricostruzione, mai più si è sfatato il luogo comune di una guida progressista a Palazzo San Giorgio.

Di Bartolomeo arrivò dopo i due mandati di Augusto Massa e la vittoria di Giuseppe Di Fabio, dopo di lui ci sono stati Antonio Battista e Roberto Gravina, con Paola Felice nel ruolo di traghettatrice.

Il ballottaggio choc del 2019, con la D’Alessandro inchiodata al 30%, quello odierno perso con 399 voti di differenza, nonostante un divario abissale in termini di liste tra i due competitor (certo, va aggiunto lo split del cantiere civico, ma non apparentato), il centrodestra nel capoluogo soffre di una sindrome del Dio minore, c’è poco da dire e non riesce ad affermare una classe dirigente che si imponga in modo autonomo rispetto ai maggiorenti regionali.

Insomma, se non si investe sul vero localismo, non si vince. Il Comune non è la proiezione di gruppi che da Palazzo D’Aimmo esportano propri scudieri, non funziona così e si è visto, specie quando viene a mancare l’impulso dei cacciatori di preferenze.

Nella mappa dei comuni capoluoghi di regione andati al ballottaggio, siamo convinti che i leader dei partiti di centrodestra vedranno come un’onta la bandierina rossa (o arancione), piuttosto che quella azzurra, specie perché era un capoluogo da espugnare alla “concorrenza”.

Scelte compiute in estremo ritardo – senza entrare nel merito, per carità, del candidato sindaco prescelto – hanno rimesso in carreggiata un centrosinistra che appariva più debole, ma coriaceo e capace di reggersi anche all’appeal delle europee, dove in Molise Pd, M5S e Alleanza verdi-sinistra hanno ottenuto molto.

Ora, che succederà? La Forte non ha la maggioranza, ma pende un solo voto e sui social già impazzano interpretazioni sui post di turno?

Anatra zoppa o anatra in volo?

Dimissioni contestuali dei 17 consiglieri o senso di responsabilità nell’accettare la sconfitta?

Il centrodestra dopo Isernia, conferma anche Campobasso al centrosinistra, si impone una riflessione e sicuramente ci saranno panni sporchi da lavare in casa.