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domenica 3 Agosto 2025
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Rapporto spiagge: tra concessioni, eventi meteo estremi ed erosione

TERMOLI. Presentato in Abruzzo, a Pescara, il “Rapporto Spiagge”, che riguarda l’intero panorama italiano, con specificità locali.

Le aree costiere sono una straordinaria risorsa ambientale, turistica e culturale ma sono sempre più minacciate da erosione, consumo di suolo ed eventi meteo estremi.

Dati alla mano, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, dal 2010 a giugno 2024 è aumentato il numero degli eventi meteo estremi nei comuni costieri: 816 (+14,6% rispetto al bilancio dello scorso anno in cui erano stati 712) su un totale nazionale di 2.086 (ossia il 39,1%) avvenuti in 265 dei 643 comuni costieri (pari al 41,2%).

104 eventi estremi solo nell’ultimo anno.

La Strategia di adattamento della Regione Molise

La Regione Molise, attraverso una collaborazione con la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), ha approvato con la Dgr n. 444 del 29 novembre 2022 la propria Strategia di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Tra gli obiettivi individuati si annovera quello relativo all’ambiente costiero del programma di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Goal 14) denominato “mantenere la vitalità dei mari e prevenire gli impatti sull’ambiente marino e costiero”.

Il documento sottolinea come il normale ciclo evolutivo sia stato posto sotto pressione da fattori quali l’urbanizzazione della fascia costiera, la configurazione assunta dal porto di Termoli, la realizzazione di invasi artificiali (come i laghi di Guardialfiera e di Occhito) e la coltivazione di siti di estrazione lungo il corso dei fiumi Biferno e Trigno.

I risultati desiderati, rispetto all’ambiente costiero, annoverano: la riduzione dell’erosione dunale e la protezione degli equilibri naturali dei sistemi retro-dunali; evitare la modificazione delle correnti marine per il corretto ripascimento dei corsi d’acqua; il rafforzamento della conoscenza scientifica nella gestione sostenibile delle risorse marine e del turismo, sostenendo e valorizzando le risorse a disposizione; l’incremento dei sussidi per gli operatori del settore della pesca e acquacoltura.

Il “Far west” delle concessioni balneari. Secondo la mappatura – arrivata solo a fine ottobre 2023 –della commissione prevista dalla “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021”, appena il 33% delle coste italiane è oggetto di concessioni.

Un calcolo anacronistico e inesatto, come la stessa Commissione Europea ha espresso al Governo, che prende in considerazione il livello nazionale senza considerare le situazioni specifiche delle regioni (come Liguria, Emilia-Romagna, Campania con il litorale occupato al 70%) e che include anche aree industriali, porti e coste rocciose.

Da allora il Consiglio di Stato ha affermato con tre sentenze che le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali agli stabilimenti sono illegittime perché in contrasto con la normativa dell’Ue e che, entro il 31 dicembre 2024, tutti i territori dovranno bandire procedure di gara imparziali e trasparenti.

Ma in Italia, complice il ritardo del Governo, regioni e comuni stanno procedendo nella confusione più totale senza un quadro normativo unico di riferimento.