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mercoledì 30 Aprile 2025
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“Circolo vista mare” nel “Vicolo dell’Immaginario”: la magia del borgo vissuta da Tiziana Iannantuoni

TERMOLI. Di lei, Tiziana Iannantuoni, autrice di “Circolo vista mare”, abbiamo parlato nell’articolo del 25 maggio scorso. Ricordiamo come si senta termolese di adozione: tutte le estati vive a Termoli. S’incanta di fronte alla linea dell’orizzonte che confonde il cielo e il mare, tra i colori accesi dei tramonti, tra gli aliti di vento, anche del garbino, tra i vicoli del borgo vecchio dove abita, ascoltando le storie che le si concedono. Scrive di un’umanità anonima costituita da donne, uomini che popolano la cittadina vivace. Riesce ad ascoltare le storie custodite nelle case e racconta di Termoli che è il suo luogo del cuore. Il suo libro è un ringraziamento al mare timido puntellato dal trabucco, il castello, le alte mura. L’amore per questo mare ha affinato la capacità di ascoltarlo, in quiete e in tempesta. Il mare ha un animo segreto che si rivela ai più audaci.

Oggi, al ritorno nella “sua” Termoli d’adozione e d’elezione, ci ricontatta, omaggiandoci di un magnifico racconto.

«Buon pomeriggio di una bella estate! Sono tornata a Termoli perché il mio libro “Circolo vista mare” ha bisogno di respirare l’aria originaria. Continuo a raccogliere storie… Un regalo per la “nostra città”!

Il vicolo dell’immaginario 

Il vicolo San Pietro si apre tra due file di case: è l’ingresso del paese vecchio dove vivo d’estate. Sulla destra porte verdi, grigie, di legno si susseguono in una forma decrescente come se il passaggio verso il mare si componesse di percorsi più accidentati e confidenziali. Le case si snodano in una successione orizzontale e verticale: conducono all’interno del borgo in linea retta e scendono verso il porto nella profondità. Sul lato sinistro il tratto è di una leggerezza irregolare con passaggi che si insinuano verso il centro del borgo dove attende il Duomo con la sua imponenza di pietra bianca. Fermi all’inizio del vicolo ci si sente avvolti in un abbraccio solido che tiene stretti. Le rondini cantano e la loro musica riempie la scena. Raccolti nella stradina bianca con il cielo che sovrasta e il profumo del mare che fa pressione su ogni singola parte del corpo ci si immerge nel vicolo dell’immaginario.

Mi piace definirlo così, mi ricorda il “Beco do imàginario” incontrato in un libro ambientato in una città che amo: Lisbona. La stessa umanità semplice in due parti del mondo che nei gesti consueti diviene materia e fondamento di una letteratura viva.

Così vedo le case che raccolgono storie. 

Al mattino presto sono immobili, solo le piante di fiori di tutti i colori e quelle fresche di basilico, menta e rosmarino respirano in un ritmo concordato. Un pieno e un vuoto si alternano con precisione: il turista quasi inconsapevole decide di partecipare al battito del cuore di questo agglomerato di case. Piano, piano la mattina le persiane alle finestre si spalancano, voci di saluto inaugurano un nuovo giorno pieno della quotidianità marinara. La brezza soave accarezza dolce, annunciando il suo passaggio veloce: il caldo intenso dell’estate prevale sugli aliti di vento che quieti durante il giorno attendono i colori caldi del tramonto per uscire allo scoperto.

Le campane del Duomo suonano, ricordando la bellezza di un giorno unico.

Porte scricchiolanti su muri antichi di pietre, rivestiti di strati di tempi vissuti, rimangono aperte in attesa di passaggi nuovi. Un movimento quasi invisibile desta il vicolo che alle otto di mattina conferma il suo risveglio con il profumo di caffè di nonna Vittoria. La sua casa è quella ricoperta di piante che trasmettono tutta l’attenzione che ricevono. Sempreverdi s’intrecciano a piantine delicate stagionali che elargiscono fiorellini preziosi di una piccola offerta iridescente. Steli minuscoli di piante grasse, incastrate in conchiglie appese alle finestre, segnalano la potenza del mare vigile e infinito.

Nonna Vittoria è la storia custodita del vicolo. Il suo viso liscio, candito come se il tempo per lei fosse passato indisturbato ricorda il velluto di petali di rosa: le piante sono fuori della sua casa perché sono dentro la sua anima. Spesso entrando nel suo regno, invitati per gustare una tazzina di caffè con la crema, si apprezzano i colori di mazzi di fiori freschi: la bellezza delle piccole cose. Insieme al caffè nonna Vittoria offre i biscottini che fa con le sue mani, tramanda ricette ma pur utilizzando i giusti elementi e la successione precisa della lavorazione, i suoi biscotti non si replicano perché è l’amore, che gira tra le mani, l’ingrediente più difficile da riprodurre.

Vittoria è conosciuta da tutti perché in quel vicolo ha trascorso la sua vita, ha raccolto passaggi temporanei ma anche sussurri più intimi. Custodisce confidenze in uno scrigno segreto di cui solo lei ha le chiavi, persino il turista di passaggio attraversando il vicolo consegna, anche solo con un saluto, un ciondolo di vita da riservare.

Il vicolo dell’immaginario è sempre aperto, in fondo sulla sinistra a completare l’arte ricercata dei sensi, c’è la bottega del pittore che con i suoi occhialetti osserva e riporta sulla tela suggestioni del mare, del trabucco, di spigoli di case, di gradini di scale che salgano fino al monte castello, di finestre e di anime di donne e uomini vaganti.

Io mi addentro in questo vicolo, attraverso i suoi colori, suoni, profumi vividi, sensazioni vibranti, voglio diventare una storia fra le storie.

Tiziana Iannantuoni