TERMOLI. “L’atteggiamento dell’azienda ATM, guidata dal patron Larivera, è vergognoso e ignobile”. Così in una nota a mezzo stampa, la Filt Cgil, la Fit Cisl, la Faisa Cisal e la Ugl Autoferro.
“Non solo non è incline a pagare regolarmente gli stipendi, ma ha deciso di ridurli del 50%, come se si trattasse di saldi di fine stagione, applicando una logica da grandi magazzini- continuano le organizzazioni sindacali- Ad agosto, ha pagato solo metà dei lavoratori, lasciando gli altri 100 dipendenti e le loro famiglie senza salario. È inaccettabile che ciò avvenga, come se i lavoratori non fossero tutti uguali. Larivera, con i soldi pubblici dei contribuenti molisani, inclusi quelli degli stessi dipendenti ATM, decide arbitrariamente chi pagare, favorendo chi gli è più simpatico. Inoltre, continua a non versare i contributi per la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa, obblighi previsti da norme e contratti che disattende ormai da anni. Ormai, quando in Molise si parla di ATM, anche i non addetti ai lavori pensano subito a un simbolo negativo del trasporto pubblico, un settore in cui imprenditori e aziende della regione, senza mai confrontarsi seriamente con il mercato, tengono tutto sotto scacco. Eppure, le leggi per far rispettare le regole ci sono.
Con una nota del 27 maggio 2022, controfirmata dalla stessa Dirigente del dipartimento regionale dott.ssa Verrecchia, la Regione Molise, richiamando la recente Legge di stabilità regionale 2022 e, nello specifico il comma 2 dell’art.7, lettera a) della L.R. n.8/2022, ha reso ancora più semplice la risoluzione contrattuale in via anticipata rispetto alla scadenza naturale nei confronti di quelle imprese concessionarie che “non provvedano al pagamento delle retribuzioni ai propri dipendenti entro il termine di giorni 12 decorrente dalla data di effettivo pagamento di quanto spettante per il mese precedente (…) per due volte, nell’arco di vigenza temporale del contratto” o che omettano di rilasciare, anche per un solo mese, la dichiarazione sostitutiva attestante di non trovarsi; nelle suddette condizioni di inadempienza nei confronti dei dipendenti. Nel frattempo, sollecitiamo il Governatore Roberti a convocarci al più presto.
La nostra lotta continua: nei prossimi giorni ci mobiliteremo con assemblee e presidi, e non escludiamo uno sciopero generale del trasporto pubblico regionale in difesa dei lavoratori, del diritto al salario e della sicurezza nella mobilità”.