X
lunedì 10 Novembre 2025
Cerca

“Il terremoto in Molise ha lasciato il triste ricordo di averlo vissuto”

SANTA CROCE DI MAGLIANO. È il giorno della memoria in Molise. È il giorno in cui i molisani si fermano e tornano indietro di 22 anni. A quel sisma che colpì la nostra Regione nel cuore. Portandosi via con sé 27 bambini e la loro maestra nel crollo della scuola “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia.

Lo ricorda bene l’ex sindaco di Santa Croce di Magliano, Giovanni Gianfelice. “Come oggi di 22 anni fa, alle ore 11,32 una forte scossa di terremoto causò il crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia con la morte dei 27 bambini e della loro maestra e danni ingenti alle abitazioni e alle strutture dei 14 Comuni del cosiddetto cratere. Io ero Sindaco a Santa Croce, quella mattina avevo appena lasciato il caro preside Errico Rosati davanti alla scuola media “Del Gatto” oggetto in quei giorni di alcuni lavori di manutenzione esterna. Errico scendendo dalla mia macchina mi disse: “però Giovanni, una amministrazione che si vorrebbe qualificare dovrebbe iniziare a pensare ad un nuovo plesso scolastico a Santa Croce”.

Dopo un secondo ci siamo ritrovati senza nemmeno le scuole che avevamo. Fortunatamente non ci fu nessuna vittima, tutti i ragazzi compresi quelli delle elementari e delle materne uscirono immediatamente; abbandonarono le strutture e trovarono rifugio nel vicino campo sportivo.

800 ragazzi a Santa Croce senza più le aule dove poter seguire le lezioni. 1200 fabbricati oggetti di Ordinanze di sopralluogo, un migliaio di cittadini nei campi base di Vigili del Fuoco e Protezione Civile allestiti a tempo di record. Per me iniziò un lungo calvario tra Campobasso, Roma, Bologna, dove presso le Istituzioni cercavamo di organizzare i primi interventi. La Protezione Civile all’epoca la dirigeva egregiamente Guido Bertolaso che girava tutti i giorni nei Comuni della Regione per organizzare gli interventi e verificare il danno. A Santa Croce vennero allestiti due campi sia della PC che dei Vigili del Fuoco con centinaia di uomini del soccorso. Delegazioni provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo vennero a portarci aiuti e conforto. Tanta fu la solidarietà, che nel nostro caso ci consentì di individuare subito l’area all’interno della bellissima Villa Mastrangelo e realizzare l’attuale plesso di Viale Caduti di Nassirya che ancora oggi aspetta il completamento definitivo. Passarono mesi di incessante lavoro, per puntellare, eseguire stime e sopralluoghi per verificare i danni. Molti cittadini vennero sistemati in alloggi di fortuna, si realizzarono a tempo di record le casette per chi era stato costretto a lasciare le proprie abitazioni.

L’emergenza devo dire con grande onestà, fu gestita benissimo. Nel frattempo con la mia Amministrazione chiedemmo il Distaccamento dei Vigili del Fuoco a Santa Croce e seppure tra mille difficoltà e fuoco di sbarramento di tanti invidiosi menagrami riuscimmo a far firmare dal Governo centrale il relativo Decreto di istituzione. Una grande vittoria per la Comunità e per l’intero comprensorio che a tutt’ oggi riconosce l’utilità e la fortuna di avere in loco un Presidio di Pronto intervento così importante. Provvedemmo anche alla microzonizzazione del territorio per preparare il terreno alla successiva fase della ricostruzione, protrattasi per oltre 15 anni e spesso con molte ombre. Tutto il resto è storia nota. Non eravamo un Comune sismico e dopo il sisma lo siamo diventati, anche se purtroppo ormai con la fine della ricostruzione a carico dello Stato, molte unità immobiliari sono ancora incomplete internamente a causa dell’accollo probabilmente non sostenibile per alcuni cittadini. Il terremoto che in altre parti d’Italia ha portato lavoro, infrastrutture e benessere da noi lascia solo il triste ricordo di averlo vissuto, perché in tutti questi anni la mancanza di lavoro ha costretto tantissimi giovani ad abbandonare questa terra, tante saracinesche si sono abbassate e tante case si sono definitivamente chiuse per uno spopolamento che ancora oggi continua inesorabilmente.

Non siamo stati capaci di dare delle prospettive di sviluppo a questa parte di Molise nonostante i notevoli investimenti nella ricostruzione ad iniziare dal Comune simbolo, San Giuliano di Puglia. Ha prevalso, come spesso ho denunciato , l’individualismo e uno sfrenato irresponsabile campanilismo che ha aggravato sicuramente una situazione già tanto debole e precaria. Ci si è chiusi a riccio per coltivare solo il proprio orticello, cancellando accordi e protocolli sottoscritti che ci vedevano proiettati in tutt’altre direzioni. Oggi ci piangiamo addosso nel vedere tante costruzioni rifatte nuove e già abbandonate, scuole sicure ma senza alunni, piscine olimpioniche, strutture sportive e polivalenti con le porte sprangate e i segni del tempo che passa. L’amarezza prevale sulla logica auspicata e credo che forse un po’ di autocritica da parte di chi ha gestito la lunga fase della ricostruzione del terremoto del Molise sarebbe utile se non altro per onorare la memoria di quei 27 Angeli. Ma la modestia si sa non è il nostro forte. Molto meglio limitarsi alle celebrazioni della triste ricorrenza. Tant’e!!!!