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venerdì 1 Agosto 2025
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L’eccidio nazista del 13 ottobre 1943: la commemorazione a Tavenna

TAVENNA. Il Molise ricorda. Si celebra oggi, dalle 16, a Tavenna, l’anniversario della fucilazione nazista, per rappresaglia, in ricordo delle vittime alle porte del paese, presso Fonte Canaparo, per non dimenticare.

Si ricorda oggi una fucilazione nazista efferata che all’epoca fece tremare l’intera comunità. “Ovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Con questo pensiero profondo di Piero Calamandrei si ricordano i valori più preziosi che devono animare il cammino dell’uomo. Quei principi fondamentali alla base della convivenza civile. Il rispetto della vita umana. Il senso del dovere. La libertà e la dignità. Si ricordano, in particolare, soprattutto le giovanissime vittime ammazzate in circostanze che fanno rabbrividire il cuore umano. Ricordare dunque, i luoghi, le persone, i fatti, è necessario. Soprattutto quando la memoria viene messa a dura prova nell’imperante globalizzazione. Perché i valori educativi della memoria non devono mai cessare. Oggi, appunto, nel giorno dell’81° anniversario dell’eccidio nazista  riecheggia il clima più buio nell’abitato di Tavenna e nelle campagne circostanti di una serie di fatti dolorosissimi che, all’epoca,  interessarono due comuni molisani, Tavenna e Colletorto. E oggi, dunque,  nel giorno del ricordo, i due paesi molisani  stanno insieme per non dimenticare il sacrificio dei  figli più cari.  L’Arma dei Carabinieri pagò il prezzo più pesante perché due giovani appunto della Benemerita provenienti dal fronte abruzzese, assieme ad un cittadino del posto, vennero fucilati barbaramente ad occhi aperti per rappresaglia.  

Di pomeriggio, 81 anni fa, intorno alle ore 16, il 13 ottobre 1943, vennero condotti presso Fonte Canaparo,  in contrada Brecciara. Proprio qui, all’ombra di una piccola boscaglia di querce, che ancora sopravvive, vennero fucilati dal plotone di esecuzione,  due carabinieri e un cittadino del luogo, a seguito del ferimento di un soldato tedesco da parte di un abitante del posto intervenuto energicamente in difesa di un suo concittadino. Il triste episodio si verificò  durante un’azione di rastrellamento di ogni bene. Dentro e fuori dall’abitato, da parte dei  tedeschi,  in ritirata verso le linee difensive del Trigno,  dopo lo sbarco degli Alleati a Termoli.   Sotto i colpi del plotone di esecuzione caddero Giuseppe Di Lena, contadino di cinquant’anni e il giovane ventisettenne Vincenzo Simone di Colletorto. I monumenti delle due comunità lo ricordano fiero di indossare la sua grande uniforme. All’epoca dei fatti il carabiniere di Colletorto  per caso si trovava a Tavenna. Proveniente dalla martoriata città di Ortona vi doveva trascorrere solo la notte prima di riabbracciare i suoi genitori a Colletorto. Tra i fucilati – soltanto per miracolo –  riuscì a salvarsi l’altro carabiniere diciottenne Giovanni Iuliano, per aver fatto finta di essere colpito a morte dall’improvvisa raffica di colpi. Giovanni Iuliano riuscì a salvarsi dopo aver rischiato di dissanguarsi tra un folto canneto. Emigrò in Argentina a conclusione del conflitto. Dalle sue lettere sappiamo per filo e per segno le ultime parole e gli ultimi palpiti dei due compagni abbattuti dai colpi della mitraglia. Una storia personale che si riempie di fatti singolari. Nel caso specifico una fucilazione efferata, dunque, che poteva essere evitata. 

Ma che servì ad evitare anche una strage ben più grave. Dato che altri trenta tavennesi erano stati presi in ostaggio e rinchiusi in una stalla dell’abitato. Un’azione barbara, ingiusta e, dunque,  senza un perché. Perché la guerra non guarda in faccia nessuno. Ammazza e di colpo, inaspettatamente, manda tanta gente innocente al macello. Nel pomeriggio di oggi  in prima fila l’Arma dei Carabinieri, promotrice, assieme al Comune di Tavenna, della ricorrenza. Saranno presenti le massime autorità civili e militari, i rappresentanti del Comune di Colletorto, i familiari delle vittime, l’Anpi e l’Associazione Nazionale Carabinieri Stazione di Termoli. Fare memoria oggi è necessario più che mai. Il passato sembra che appartenga ad esperienze da archiviare. Non è così.  Le nuove generazioni sugli episodi più efferati  vanno educate. Il racconto va continuamente tenuto in piedi per conoscere e sapere di più. Dalle piccole storie sconosciute, fuori dai libri di storia, dal racconto dei fatti accaduti, carichi di valori e sussulti emotivi, è certo che la memoria si rafforza.

Luigi Pizzuto