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lunedì 10 Novembre 2025
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Stellantis, sindacati in audizione: «Serve un accordo di sviluppo del settore dell’auto»

TERMOLI. “Il problema è che quel piano industriale (di Stellantis, ndr) non è sufficiente e servono degli interventi che ad oggi noi non riscontriamo da parte di Stellantis. Per noi diventa fondamentale che quell’accordo che noi stavamo tentando di costruire in sede ministeriale trovi una sua concretezza, perché diversamente la situazione che noi vediamo è di continuo peggioramento. Un accordo di sviluppo del settore dell’auto abbiamo sollecitato un intervento alla Presidenza del Consiglio perché quella è la sede in cui bisognerebbe individuare gli elementi di scambio virtuoso rispetto a una realtà industriale che ha una forte valenza all’interno del nostro Paese. L’accordo di sviluppo dovrebbe riguardare in primis Stellantis, ma anche le grandi aziende della componentistica dell’auto”. Così Ferdinando Uliano, Segretario Generale Fim Cisl, nel corso delle audizioni dei sindacati presso le Commissioni Attività produttive e Industria, sulla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia. “Bisognerebbe invertire la tendenza al disimpegno di Stellantis”, ha aggiunto.

“È importante mettere una dotazione specifica sugli ammortizzatori sociali perché stanno finendo in tutti gli stabilimenti Stellantis tranne due nel 2025. Se non ci sono gli ammortizzatori sociali sappiamo tutti cosa succede: l’azienda ci porta il conto dei licenziamenti, non il conto di accompagnare la transizione. Questa urgenza diventa ancora più importante per quanto riguarda l’indotto. Diventa altrettanto indispensabile che ci sia un’inversione di tendenza rispetto alla sciagurata scelta fatta dal Governo di togliere i quattro miliardi e mezzo che per noi erano già poca cosa rispetto alle urgenze che abbiamo di fronte nella transizione, nella trasformazione di questo settore. E’ chiaro che togliere quei quattro miliardi e mezzo dal Fondo Automotive è una scelta che dal nostro punto di vista non solo deve essere ritirata ma il fondo deve essere potenziato”. Così Ferdinando Uliano, Segretario Generale Fim Cisl, nel corso delle audizioni dei sindacati presso le Commissioni Attività produttive e Industria, sulla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia. 

Il piano industriale di Stellantis, «che effettivamente c’è», «non è sufficiente, anzi servono una serie di interventi che ad oggi noi non riscontriamo da parte di Stellantis. Per noi diventa fondamentale che quell’accordo che noi stavamo tentando di costruire in sede ministeriale trovi una sua concretezza, perché diversamente la situazione che noi vediamo è di continuo peggioramento», ha continuato Uliano, sottolineando che serve «un accordo di sviluppo del settore dell’auto» e su questo serve «un intervento alla Presidenza del Consiglio perché è chiaro che quella è la sede in cui bisognerebbe individuare gli elementi, possiamo dirlo anche, di scambio virtuoso rispetto a una situazione, una realtà industriale che comunque ha una forte valenza all’interno del nostro Paese. L’accordo di sviluppo, dal nostro punto di vista, dovrebbe riguardare in primis Stellantis, ma anche le grandi aziende della componentistica dell’auto». Questo accordo, ha proseguito Uliano, «deve prevedere una serie di impegni per quanto riguarda Stellantis, per rivedere quel piano industriale che oggi non consente di dare tranquillità e prospettiva a un settore per noi importante», comprendendo l’assegnazione della piattaforma smalla all’Italia per produrre un modello di largo consumo, e deve «riguardare anche le aziende della componentistica». Tutto questo perché «bisognerebbe invertire la tendenza al disimpegno di Stellantis». Inoltre, per Uliano serve assolutamente intervenire sugli ammortizzatori sociali che sono in esaurimento, perché «se non ci sono gli ammortizzatori sociali sappiamo tutti cosa succede: l’azienda ci porta il conto dei licenziamenti, non il conto di accompagnare la transizione» e «questa urgenza diventa ancora più importante per quanto riguarda l’indotto». Infine, ha concluso Uliano, «diventa altrettanto indispensabile che ci sia un’inversione di tendenza rispetto alla sciagurata scelta fatta dal Governo di togliere i quattro miliardi e mezzo che per noi erano già poca cosa rispetto alle urgenze che abbiamo di fronte nella transizione, nella trasformazione di questo settore, è chiaro che togliere quei quattro miliardi e mezzo dal Fondo Automotive è una scelta che dal nostro punto di vista non solo deve essere ritirata ma il fondo deve essere potenziato»

“Dobbiamo riprendere il confronto con il Governo e con Stellantis, per mettere fine alle sterili polemiche e per provare davvero a salvare il settore automotive. Chiediamo la convocazione di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio, giacché quello aperto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si è rivelato non solo improduttivo, ma addirittura controproducente”.

È questa la posizione di Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, espressa alla audizione parlamentare presso le Commissioni riunite X della Camera e IX del Senato. “Innanzitutto – argomenta Ficco – occorre modificare Ia politica europea di elettrificazione: il problema non è tanto la data finale del 2035, ma piuttosto il percorso autolesionista che già a partire dal prossimo anno impone di vendere quantità di vetture elettriche irrealistiche per cui il mercato non è pronto. Inoltre il Governo, in sinergia con le Regioni interessate, dovrebbe realizzare una politica industriale che metta l’Italia in grado di competere alla pari per lo meno con gli altri paesi europei, mentre oggi paradossalmente propone nella Legge di Stabilità un taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive ereditato dal precedente Esecutivo”.

“A Stellantis – conclude Ficco – chiediamo di accelerare i lanci delle nuove vetture, di mostrare responsabilità sociale verso l’indotto, di valorizzare le competenze dei centri di ricerca italiani e di assegnare modelli non solo elettrici, ma anche ibridi e di larga diffusione. Bisogna riprendere quei progetti che sono stati interrotti, sospesi o rinviati, ad iniziare dagli investimenti su Termoli. Abbiamo bisogno di poter interloquire con una Stellantis dotata di solida governance, capace di ripristinare un confronto costruttivo e trasparente”.