TERMOLI. Da ieri circolano voci secondo cui il Termoli Calcio, a meno di 48 ore dall’incredibile esonero di mister Massimo Carnevale, avrebbe già trovato il suo sostituto. Il nome che sta trapelando, sebbene non ancora ufficializzato, sarebbe quello di Nicola Mancino, ex allenatore della seconda squadra del patron giallorosso Flaviano Montaquila.
Mancino, in passato, pare si fosse dimesso, ma ora sarebbe stato richiamato per guidare la prima squadra. Tant’è che ieri, al ritorno dei giocatori nel ritiro – o, se preferite, nell’eremo di Pietramelara – sembra sia stato proprio lui a dirigere l’allenamento.
Se questa indiscrezione venisse confermata ufficialmente dalla società, senza nulla togliere ai meriti sportivi e alle capacità di Mancino, che magari si rivelerà anche abile e fortunato nel risollevare la squadra da questa crisi di risultati e decisioni, ci augureremmo il meglio per lui e per il club che rappresenta la nostra città.
Tuttavia, i libri di storia calcistica sono pieni di situazioni analoghe a quella che si sta vivendo ora, e nel 99% dei casi queste scelte non hanno portato a soluzioni definitive. Anzi, spesso hanno peggiorato situazioni già critiche.
Non sappiamo davvero quali siano le intenzioni della dirigenza, ma dobbiamo ammettere che, in qualche modo, ci aspettavamo un epilogo del genere. Speriamo sinceramente di sbagliarci. Tuttavia, il distacco tra la squadra e la città di Termoli sembra ormai insanabile. Questo vuoto di identità e continuità potrebbe essere sanato solo con una scelta drastica: chiudere il sipario su questo presente e guardare al futuro, magari ripartendo da categorie inferiori.
Domenica scorsa, tutto ciò che è accaduto era ampiamente prevedibile: si aspettava solo un pretesto, e quel pretesto è arrivato alle 16:30, un quarto d’ora dopo il pareggio con la Civitanovese. Purtroppo, questa situazione caotica non solo non giova alla squadra, ma getta un’ombra anche sulla rappresentanza calcistica della nostra città.