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giovedì 21 Agosto 2025
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Impianti rinnovabili, il Molise non ancora interviene sulle “aree idonee”

TERMOLI. In un contesto di crescente domanda di energia rinnovabile e di sfide legate alla sostenibilità ambientale, il Molise si trova ad affrontare una questione delicata: come conciliare la crescita degli impianti a fonti rinnovabili con la necessità di preservare il territorio agricolo.

Questa la riflessione di “Slow food basso Molise Aps”.

«Il 2 luglio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del 21 giugno 2024 del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro della cultura e con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, recante “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili”. Il provvedimento stabilisce principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili perché fissa i paletti sulle possibili ubicazioni degli impianti a energia rinnovabile (eolici, fotovoltaici, ecc.).  

Il Decreto, in attuazione dell’art. 20, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 199 del 2021, ha lo scopo di definire la ripartizione tra le Regioni e le Province autonome dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva di 80 GW da fonti rinnovabili rispetto al 31 dicembre 2020, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC e di stabilire principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, funzionali al raggiungimento degli obiettivi.

In tal senso le Regioni, garantendo il coinvolgimento degli enti locali, individuano sul proprio territorio:

a) superfici e aree idonee: le aree in cui è previsto un iter accelerato e agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a fonti rinnovabili e delle infrastrutture connesse secondo le disposizioni vigenti di cui all’art. 22 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199;

b) superfici e aree non idonee: aree e siti le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti secondo le modalità stabilite dal paragrafo 17 e dall’allegato 3 delle linee guida emanate con Decreto del Ministero dello sviluppo economico 10 settembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 settembre 2010, n. 219 e successive modifiche e integrazioni;

c) superfici e aree ordinarie: superfici e aree diverse da quelle delle lettere a) e b) e nelle quali si applicano i regimi autorizzativi ordinari di cui al decreto legislativo n. 28 del 2011 e successive modifiche e integrazioni;

d) aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra: aree agricole in cui vige il divieto di installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra ai sensi dell’art. 20, comma 1-bis, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199.

Gli obiettivi delle Regioni e delle province autonome sono riportati nella Tabella A del Decreto dove per ciascuna Regione e Provincia autonoma è tracciata la traiettoria di conseguimento dell’obiettivo di potenza complessiva da raggiungere entro il 31 dicembre 2030.

Per calcolare il raggiungimento degli obiettivi indicati nella Tabella A, si considera:

a) la potenza nominale degli impianti a fonti rinnovabili di nuova costruzione entrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento, realizzati nel territorio della regione o provincia autonoma;

b) la potenza nominale aggiuntiva derivante da interventi di rifacimento, ricostruzione integrale, potenziamento o riattivazione entrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento, realizzati nel territorio della regione o provincia autonoma;

c) il 100% della potenza nominale degli impianti a fonti rinnovabili off-shore di nuova costruzione entrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento, le cui opere di connessione alla rete elettrica sono realizzate sul territorio della regione o provincia autonoma, salvo diversa indicazione.

Il provvedimento stabilisce che “sono considerate non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela“. Si evidenzia, inoltre, che “le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto, proporzionata al bene oggetto di tutela, fino a un massimo di 7 chilometri“.

Il provvedimento, inoltre, recepisce la norma del DL Agricoltura che vieta l’installazione di pannelli solari a terra sui terreni agricoli.

Il suddetto Decreto, dispone che, per l’individuazione delle aree idonee le Regioni tengono conto soprattutto “delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità  delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica, nonché tenendo in considerazione la dislocazione della domanda, gli eventuali vincoli di rete e il potenziale di sviluppo della rete stessa”.

Saranno quindi ora le Regioni, nel dettaglio, a dover individuare prioritariamente 

  • aree non idonee perché incompatibili con certi tipi di impianti;
  • aree dove è vietata l’installazione di moduli fotovoltaici collocati a terra 

La pianificazione dovrà essere approvata dalle Regioni entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

È urgente regolamentare con legge il comparto in quanto la pressione delle richieste è eccessiva rispetto agli obiettivi assegnati in quasi tutte le regioni, ma in Molise in maniera particolare, considerato che la produzione attuale di energia è già il triplo rispetto alla domanda. Proviamo a fornire qualche numero che permetta di capire la pressione e la dimensione di quello che si sta “consumando” in Molise. Nel 2024 da gennaio ad oggi, sono stati autorizzati ben 327,208 MW.

Inoltre, in istruttoria, tra quelli in procedura di VIA al Ministero e quelli in procedura di VIA in Regione Molise ci sono, ad oggi, 130 progetti tra eolico e fotovoltaico, per un totale di circa 5500 MW. Ben 4497 MW in più a fronte dei 1003 MW che il Decreto assegna come obiettivo al Molise al 2030!

L’associazione Slow Food Basso Molise aps, da sempre impegnata nella difesa dei terreni fertili, ritiene urgente e prioritaria la legge sulle “aree idonee”. Aree che a nostro avviso devono essere solo tetti e zone industriali, in aggiunta agli interventi di repowering (azione volta a potenziare e ottimizzare ulteriormente il funzionamento di un impianto esistente entro i limiti stabiliti dalle normative vigenti) sufficienti a coprire gli obiettivi al 2030 assegnati alla Regione Molise.

I suoli sono in pericolo e la nostra sopravvivenza dipende da loro” (Il Suolo un Patrimonio da Salvare – Claude e Lydia Bourguignon)».