LARINO. «Non si ferma la speculazione sui terreni fertili e irrigui del Molise», lo affermano Slow Food Basso Molise e l’Aiab.
«Larino capitale dell’agroalimentare molisano. È stato questo il messaggio diffuso, tre settimane fa, in chiusura della Fiera d’ottobre a Larino, accompagnato dallo slogan “valorizzando l’agricoltura, l’agroalimentare e l’innovazione tecnologica, settori legati alla vocazione del territorio”. I fatti, invece, parlano di ben altro, di una Larino sotto la piena scure della speculazione energetica, che usurpa i terreni più fertili del Basso Molise. I fatti raccontano di amministratori che, da un lato parlano di “capitale dell’agroalimentare molisano” e dall’altro si lasciano sponsorizzare da chi investe nella produzione di energia sui terreni fertili. Solo a titolo di esempio, la centenaria Fiera di Ottobre è stata sponsorizzata da una società che propone e realizza campi eolici, fotovoltaici e agri-voltaici su terreni agricoli.
Come dire, organizziamo una manifestazione per la pace e ci facciamo sponsorizzare da un’azienda che produce armi. Pur essendo assolutamente favorevoli allo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non possiamo che essere perplessi e preoccupati per l’assoluta mancanza di una seria programmazione e pianificazione che inevitabilmente favorisce il prevalere di un’impostazione affaristica e speculativa nella realizzazione di questi impianti, come appare evidente dallo spropositato numero delle richieste in attesa di autorizzazione. Solo per rendersi conto della mostruosità del problema, Larino, con 5 paesi del circondario (Montorio nei Frentani, Ururi, San Martino in Pensilis, Guglionesi, Palata, Casacalenda), è interessata da ben 32 progetti di impianti eolici, fotovoltaici e agri-voltaici, per un totale di circa 1,75 GW, in procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via) ministeriale.
Senza considerare quelli di competenza regionale e quelli soggetti a procedura semplificata. Se si considera l’intero Molise, in istruttoria, tra quelli in procedura di Via al Ministero e quelli in procedura di VIA in Regione Molise, ci sono ad oggi, circa 130 progetti tra eolico e fotovoltaico, per un totale di 5500 MW a fronte dei 1003 MW che il Decreto del 21 giugno 2024 “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili” assegna al Molise come obiettivo per il 2030. In particolare un progetto, in procedura semplificata, sta interessando Larino e, precisamente, i terreni pianeggianti e irrigui posti di fronte alla stazione di Ururi-Rotello. Tre ettari di terreno che dovrebbero ospitare un impianto BESS (Battery Energy Storage System), 128 container batteria, per una potenza di 60MW, che serviranno per stoccare l’energia prodotta dagli impianti di energia rinnovabile nei periodi in cui la rete è satura a causa della ridotta richiesta.
Un procedimento e un precedente che potrebbe aprire la strada a numerosi altri impianti BESS che andrebbero a posizionarsi nelle immediate vicinanze della centrale Turbogas e invadere, insieme agli impianti per la produzione di energia, i terreni più fertili del Basso Molise. Gli impianti BESS sono, attualmente, nella loro prima fase di realizzazione con una tecnologia di cui non si conoscono ancora bene i limiti e le criticità, soprattutto in tema di sicurezza. Potrebbero essere delle vere e proprie bombe pronte ad esplodere, come dimostrano i numerosi incidenti in Corea del Sud, Australia e Arizona. Negli Stati Uniti d’America gli incendi, in questi sistemi di accumulo, sono all’ordine del giorno. Come spesso capita, tutto tace, nessuno parla e pochi si interessano al problema. Chi amministra, è più intento a fare passerelle e annunci, invece di interessarsi del problema che potrebbe minare, per sempre, il futuro di questa regione».