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giovedì 13 Marzo 2025
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Cittadino impegnato e artigiano del legno: lezioni di civiltà dall’84enne Antonio Caruso

PETACCIATO. Il trascorrere dell’età non inficia sulle passioni, specie quelle che vedono al centro la tutela dell’ambiente, come per l’84enne Antonio Caruso. Nonostante l’età, è ancora molto attivo come falegname e cittadino impegnato.

Ogni giorno percorre le strade e i sentieri del paese per raccogliere i rifiuti, spinto da un profondo rispetto per l’ambiente e dalla volontà di proteggere la natura. È una persona che non ha paura di esprimere la propria opinione e spesso si scaglia contro l’amministrazione locale per denunciare ciò che non funziona. Sulla sua pagina Facebook diversi post e scritti in cui esprime la sua voce contro le ingiustizie, le disattenzioni ambientali e i problemi della comunità. Nel 1986 ha fondato l’Associazione Ecologica Petacciatese.

L’associazione non esiste più, dato che il suo scopo era diverso e ora lui porta avanti il suo impegno autonomamente: ogni giorno si dedica a pulire le strade, a liberarle dai rifiuti, ecc. Oltre a questo, continua anche a lavorare nella storica bottega di famiglia. Vorrei scrivere non solo una trascrizione dei suoi testi, ma una riflessione e un riconoscimento per lui, che a 84 anni continua a difendere i suoi diritti e a far sentire la propria voce senza paura. 

«Quello che voglio segnalare è il famoso Belvedere che tutti ci invidiano, ma che sicuramente non sappiamo valorizzare. Sono due anni di seguito che suggerisco all’amministrazione di eliminare la prima fila di oleandri e piantare fiori a basso fusto, in modo da non impedire la vista della bellezza verso il mare. Ho suggerito anche di sistemare la scarpata, realizzando dei gradini, piantumare delle siepi e posizionare telecamere per individuare chi scarica rifiuti, in modo da valorizzare l’area. Qui ci sono anche due lampioncini spenti da oltre due anni.

Procedendo verso Termoli (via del Progresso), anche qui, nelle intenzioni, si parte per migliorare le cose, ma quando si parla dell’aspetto e dell’arredo urbano, la macchina si inceppa. Il marciapiede, con quel nastro di asfalto, dà l’impressione di entrare in un paese listato a lutto. Anche qui, per restare in tema di pali, si sono fermati. L’entrata in paese, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello, ha l’aspetto di una strada di campagna. Mi viene da dire che il buon gusto se n’è andato a farsi fottere, lasciando spazio all’improvvisazione.

Spero che si voglia fare un mea culpa e rimediare al misfatto, specialmente per quanto riguarda il cartello di benvenuto. Non tanto per chi arriva a Petacciato, ma per chi scende: è veramente una cosa oscena, ingombra la visuale ed è realizzato con un materiale di pessimo gusto. Almeno sarebbe stato opportuno scrivere “Arrivederci” per chi lascia il paese, per attenuare l’impatto.

Non vogliatemene; forse sarà una mia deformazione professionale, essendo abituato alle cose belle e funzionali. È anche il fatto che voglio troppo bene al mio paese che mi porta a esprimere ciò che penso, pur sapendo che potrebbe non piacere a tutti. Resto in attesa».