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giovedì 12 Giugno 2025
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«Il sistema sanitario è insostenibile, i medici a gettone sono la prova della crisi»

TERMOLI. L’esponente di Costruire Democrazia, Andrea Montesanto entra nel merito del dibattito sui medici a gettone. «Nel 2024, il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) ha ricevuto un finanziamento di circa 136 miliardi di euro, destinati a coprire stipendi, acquisto di attrezzature mediche, manutenzione delle strutture ospedaliere e fornitura di farmaci. Tuttavia, nonostante queste ingenti risorse, il sistema sanitario continua a mostrare gravi criticità, in particolare riguardo alla carenza di personale, ai tempi di attesa e alla gestione delle risorse economiche.

Un fenomeno particolarmente significativo a livello nazionale è quello dei medici a “gettone” e le sue implicazioni sulla carenza di personale sanitario. Per sopperire alla cronica carenza di personale, molti ospedali italiani fanno ricorso ai medici a gettone, liberi professionisti assunti tramite cooperative per coprire turni, spesso in reparti critici come il pronto soccorso. Questi medici sono pagati a prestazione e possono percepire tra i 60 e i 150 euro l’ora, con tariffe ancora più alte nei periodi festivi. Alcuni di loro scelgono le destinazioni in base alle tariffe più vantaggiose, spostandosi da una regione all’altra come veri e propri “rappresentanti” della medicina. Questo sistema è estremamente costoso. Secondo un rapporto dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), tra il 2019 e il 2023 i medici e infermieri “a gettone” sono costati al SSN (servizio sanitario nazionale) 1,7 miliardi di euro, una cifra che avrebbe permesso di assumere circa 34.000 medici ospedalieri. Un medico a gettone può arrivare a guadagnare fino a 1.800 euro per un turno di 12 ore, mentre un medico ospedaliero con contratto fisso guadagna circa 52 euro l’ora. Questa disparità crea un sistema insostenibile e mina la qualità delle cure, soprattutto perché molti medici “gettonisti” non possiedono le qualifiche specifiche richieste per i reparti in cui operano, e non è impossibile ad esempio trovare un Dentista a dirigere un pronto soccorso.  La situazione genera frustrazione tra i medici dipendenti, che si trovano a lavorare in condizioni più stressanti, percependo stipendi inferiori e accumulando arretrati di ferie.. costringendo molti a licenziarsi e passare al privato o cooperative. (E spesso per lo stesso motivo i bandi vanno deserti) Inoltre, l’assenza di un prezziario uniforme per queste prestazioni ha innescato una vera e propria “asta” tra le regioni, con rialzi continui per accaparrarsi il personale sanitario. 

Come ha dichiarato il presidente dell’Anac Giuseppe Busia: “I medici a gettone sono un fenomeno che va contro l’interesse pubblico. E’ necessario che il ministro della Salute intervenga per stabilizzare la congruità dei prezzi”. Anche Guido Bertolaso assessore al Welfare della regione Lombardia ha definito il sistema dei medici gettonisti come: “La vergogna della sanità pubblica”. Tuttavia, queste parole sembrano eccessivamente dure nei confronti di professionisti che non sono i responsabili di questo “sistema” …e senza dimenticare che proprio la Lombardia è la regione che ha speso più fondi per i medici a gettone. In Molise, la situazione è ancor più complessa visto il commissariamento da 15 anni. Nonostante la carenza di personale, la regione ha fatto un uso molto limitato dei medici a gettone… magari per altre scelte o molto più probabilmente a causa del commissariamento e di un potere d’acquisto inferiore rispetto ad altre regioni (aggiunti alla nostra situazione finanziaria che tutti conoscono). Nel frattempo i debiti continuano a crescere, al punto che risulta difficile anche quantificarli. Recentemente, la proposta di delegittimare i debiti accumulati dai commissari, è stata respinta dalla maggioranza del consiglio regionale, lasciando la regione in una situazione preoccupante. Ora sarà fondamentale capire quali soluzioni verranno adottate per evitare il collasso.

Un tempo fiore all’occhiello dell’Italia, la sanità pubblica sta lentamente crollando sotto il peso di strategie fallimentari, tagli indiscriminati e, talvolta, interessi “occulti”. L’elevata tassazione dovrebbe garantire servizi di qualità, ma assistiamo a un paradosso: le tasse aumentano, mentre i servizi peggiorano. Questo circolo vizioso sta alimentando un senso di sfiducia e disillusione tra i cittadini».