TERMOLI. «Gigafactory e futuro industriale: il Molise dimenticato, la delusione di un territorio e dei suoi lavoratori».
Non usa mezzi termini la segreteria territoriale della Uilm, a commento del tavolo Stellantis al Mimit.
«Il Molise oggi esce ancora una volta deluso dall’incontro presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy. Mentre altri territori con stabilimenti Stellantis hanno ottenuto la conferma di missioni produttive strategiche, per Termoli e per l’intero territorio molisano resta solo l’incertezza. Nessuna conferma sulla costruzione della Gigafactory, nessun piano industriale chiaro: un silenzio che pesa come un macigno sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie.
Parliamo di uno stabilimento che ha rappresentato per oltre 52 anni il cuore pulsante dell’economia regionale, sostenuto dal sacrificio e dall’impegno di generazioni di operai, tecnici e impiegati. Un patrimonio umano e industriale che oggi si sente tradito e dimenticato, in balia di decisioni rinviate che compromettono il futuro di tutto il territorio.
Non possiamo accettare che il Molise venga relegato a un ruolo marginale nelle strategie industriali nazionali. È un’offesa a una comunità che ha sempre creduto nel valore del lavoro e dell’industria, contribuendo in modo significativo allo sviluppo del settore automotive italiano.
Chiediamo con forza che il Governo e Stellantis chiariscano al più presto le prospettive produttive per lo stabilimento di Termoli. La realizzazione della Gigafactory o l’individuazione di una nuova missione produttiva non sono più rimandabili.
Non si tratta solo di salvare posti di lavoro: si tratta di preservare la dignità di un territorio, la storia di una fabbrica e il futuro di migliaia di famiglie. Il Molise non può e non deve essere lasciato indietro.
Un territorio in attesa, una comunità in lotta. Non ci arrenderemo».
“Mirafiori non si può reggere solamente con la produzione di 500, nemmeno con la nuova versione ibrida che non partirà prima di un anno – aggiungono – e non vediamo risposte concrete sul futuro della Gigafactory di Termoli”.
“I nostri guai non dipendono dalla transizione ma dall’assenza della produzione di modelli endotermici nei nostri stabilimenti” sottolineano Palombella e Ficco.
“Per un futuro produttivo solido dei siti italiani è necessario riportare nel nostro Paese la produzione di modelli italiani attualmente all’estero come Lancia, Alfa Romeo e altre” proseguono. “Per quanto riguarda l’indotto, l’internalizzazione delle attività da parte di Stellantis non può essere esasperata perché scomparirebbero decine di aziende e migliaia di lavoratori e questo è inaccettabile” continuano.
“Siamo realisti e gli annunci non risolvono le nostre preoccupazioni sul futuro – concludono – fino a quando le parole non si tradurranno in fatti concreti, con l’avvio delle produzioni e la piena occupazione, per noi la vertenza non è chiusa”
“La situazione che vivono i lavoratori negli stabilimenti è drammatica e per questo, nei mesi scorsi, abbiamo scioperato sia nei siti che a livello nazionale. Dall’incontro di oggi vediamo solamente un cambiamento dell’approccio di Stellantis ma non nel merito. Apprezziamo che siano stati annunciati nuovi modelli ibridi e la piattaforma small per Pomigliano ma vediamo che i tempi sono troppo lunghi, considerando che non li vedremo prima della fine del 2025. Come vogliamo gestire il prossimo anno che sarà complicato come il 2024? Ancora con la cassa integrazione e i contratti di solidarietà? Noi non lo accetteremo. Ad oggi registriamo solo annunci ma noi vogliamo i fatti e li verificheremo attentamente. I tempi troppo lunghi non ci fanno presagire un futuro prossimo positivo. Il 2026 è troppo distante”. Lo dichiarano Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, Segretario nazionale e Responsabile automotive, al termine dell’incontro al Mimit.