TERMOLI. «Il professore adorava Termoli», queste le prime parole che ci ha riferito Alberto Mastrangelo, nel commentare la notizia della scomparsa del filosofo Lorenzo Infantino, che definisce un maestro e un amico.
«La scomparsa improvvisa di Lorenzo Infantino, avvenuta nella notte a Roma, lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale italiano e internazionale. Professore ordinario alla Luiss, Infantino è stato un punto di riferimento per la storia e la sociologia del pensiero liberale, illuminato interprete della Scuola Austriaca e delle teorie di Friedrich Hayek e Ludwig von Mises. Il suo contributo intellettuale, intenso e profondo, lo colloca tra le figure più autorevoli del nostro tempo.
Tra i tanti che lo hanno conosciuto e stimato, Alberto Mastrangelo, termolese promotore del festival culturale Colloqui sulla democrazia, lo ricorda con grande affetto e ammirazione. Infantino fu infatti il primo ospite del Festival “Colloqui sulla democrazia” promosso da Mastrangelo nelle vesti di presidente del Leo Club di Termoli, e in quell’occasione presentò il suo ultimo libro, “Cercatori di libertà.”
Quel momento, racconta Mastrangelo, è rimasto indelebile nella memoria di chi vi partecipò.
“Lorenzo non era solo un accademico straordinario, ma un uomo capace di entrare in dialogo con tutti, rendendo accessibili e vivi i grandi temi del pensiero liberale. Durante la presentazione di Cercatori di libertà, la sua passione per l’individualismo della ragione e per l’ordine spontaneo delle istituzioni sociali toccò tutti i presenti. Era un maestro che sapeva trasmettere non solo idee, ma anche entusiasmo per la conoscenza e il confronto.”
Infantino era un uomo che guardava al mondo con profondità, consapevole delle sue contraddizioni. I suoi studi hanno affrontato con rigore il paradosso della libertà: da un lato, l’emergere spontaneo delle istituzioni come linguaggio, mercato e Stato; dall’altro, le fragilità umane che minacciano di trasformare queste conquiste in strumenti di potere e controllo. Le sue opere, come L’ordine senza piano e Ignoranza e libertà, riflettono questa visione lucida e, a tratti, amara.
Per Mastrangelo, però, Infantino non era solo un pensatore illuminato: “Era un amico, una persona che non faceva mai pesare la sua grandezza. Aveva la capacità rara di metterti a tuo agio, di farti sentire parte di un dialogo più grande. Il suo passaggio a Termoli non è stato solo un evento culturale, ma un dono che ha lasciato un segno in tutti noi. Personalmente, devo a Lorenzo non solo l’accensione di una passione, ma anche il coraggio di proseguire su un cammino di studio.”
Il pensiero di Infantino, ispirato dalla tradizione scozzese di Bernard de Mandeville, David Hume e Adam Smith, si interrogava su come la libertà possa convivere con le incertezze e le contraddizioni della condizione umana. Con opere come Potere. La dimensione politica dell’azione umana, ha mostrato i rischi di un intervento statale sempre più pervasivo, offrendo un monito su quanto sia fragile l’equilibrio tra libertà e potere.
Alberto Mastrangelo conclude il suo ricordo con parole piene di gratitudine: “Lorenzo Infantino non è stato solo un maestro per chi, come me, ha avuto la fortuna di incontrarlo. È stato un faro per tutti coloro che credono nella libertà e nella forza delle idee. Il suo pensiero continuerà a vivere, e la sua umanità resterà un esempio indimenticabile.
La comunità culturale, e non solo, perde un uomo di straordinaria statura intellettuale e morale. Ma la sua eredità, come un’eco, continuerà a ispirare le generazioni future».