martedì 11 Febbraio 2025
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«Fa sinceramente male vedere morire Guglionesi»

GUGLIONESI. Uno sfogo social nel vero senso del termine, quello che la segretaria locale dem, Annamaria Becci, a Guglionesi, ha diffuso sulla condizione del paese. Sono trascorsi oltre dieci mesi e mezzo dall’avvenuto commissariamento del Comune.

«Negli ultimi tempi ho avuto modo di incontrare tante persone che hanno amato il nostro Paese e lo hanno rispettato nella sua complessità. Molte di loro sono andate via, altre hanno scelto di restare, come tanti.

Secondo me, i più coraggiosi sono quelli che hanno scelto di restare e, oggi per essere sinceri, scegliere di restare in un paese come Guglionesi non è sicuramente una scelta facile, non aiuta ad alimentare ambizioni professionali e lavorative, non aiuta ad una più ampia crescita umana e culturale.

Tuttavia, è doveroso considerare che chi ha deciso di non estirpare le sue radici, anche se con dolore e difficolta è perché forse ama profondamente, dentro l’anima questo paese dalle infinite contraddizioni e dalla indiscutibile bellezza.

Ognuno di noi, forse, ha visto Guglionesi nascere e fiorire negli anni più belli, quelli in cui c’era una comunità e una condivisione del bene comune. Quelli in cui ognuno di noi ha vissuto la sua fanciullezza e l’adolescenza, ossia gli anni più belli e spensierati.

Ma poi lo abbiamo visto lentamente, sfiorire, morire, assopirsi per vivere in una sorta di continuo e infinito torpore. Oggi, infatti, quando si esce per una passeggiata, per incontrare un’amica o un amico, semplicemente per bere un caffè, ci si rende conto che c’è vuoto intorno, non ci sono persone. È un paese svuotato nell’anima oltre che di persone, eppure ancora oggi resta uno dei centri più grandi del basso Molise, uno dei Comuni più importanti ma vi manca tutto.

Fa sinceramente male vedere morire Guglionesi, fa male considerare come anni e anni di politiche sbagliate, hanno annullato la vivacità, la laboriosità, l’ambizione e le aspettative di questo paese, come ne hanno annullato l’anima e la stessa volontà di vivere; è come se i concittadini trascinassero a stento la loro esistenza e dicessero “tira a fare notte che è diventato giorno”.

Poniamoci una sola domanda: vogliamo vivere o solo sopravvivere?

Questo paese ha tutte le carte in regola per poter rinascere, rifiorire, ha le potenzialità giuste, le menti per poter guardare al futuro se però sceglie di vivere. E’ facile puntare il dito contro i cittadini e criticare le scelte, dire non va bene o la cittadinanza non partecipa.

Sono fermamente convinta che sia arrivato il momento di dire la verità, è troppo facile addossare le colpe solo sugli altri…

Credo che per troppo tempo la politica abbia fatto finta di non vedere, di non voler sentire e ha preferito assecondare o come si è soliti dire, garantire il contentino all’amico di turno, a discapito della Comunità e dello sviluppo di essa. Questo modus operandi, ormai radicato nel sistema Politico di alcuni non ha consentito, né favorito la crescita e lo sviluppo della nostra comunità e il prezzo più alto lo paga solo chi ha deciso di restare in loco e in primis i bambini, i giovani e a seguire tutti gli altri, le attività del paese che sono inesorabilmente condannate a chiudere.

Non ci conoscono soluzioni miracolistiche per il nostro Paese ma, sicuramente penso che tutti debbano rimboccarsi le maniche e che sia giunto il momento che ciascuno si assumi le responsabilità, che si senta parte attiva di tutto, ad ogni livello della nostra Comunità, che scelga di dare il proprio modesto contributo nella forma e nei modi più consoni alla sua persona.

Non si può e non si deve restare indifferenti, girarsi dall’altra parte, dire non mi riguarda, chi ama questo paese deve impegnarsi, non delegare solo a pochi, ha l’obbligo morale verso le nuove generazioni e il rispetto per quelle passate che hanno lottato per esso per migliorarla e renderlo un gioiello.

Guglionesi ha bisogno di un cambiamento profondo nei modi e nella Visione .

Questo cambiamento dobbiamo volerlo tutti insieme, perché da soli non si riesce a fare nulla».