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sabato 26 Aprile 2025
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Le testimonianze sono il cuore pulsante della memoria

Regione FVG

TERMOLI. Il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 le forze sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, non è solo una data sul calendario. È un simbolo, un monito che ci invita a ricordare. Ricordare non è solo un atto di rispetto per chi non c’è più, ma un impegno continuo per il nostro presente e per il nostro futuro. L’Olocausto, le atrocità che milioni di ebrei, rom, disabili, omosessuali e altre minoranze furono costretti a subire, non può e non deve essere dimenticato. La Giornata della Memoria non è solo una commemorazione, ma un’opportunità per riflettere sulla nostra umanità e sul pericolo di lasciare che simili atrocità si ripetano.

Le parole di Primo Levi, “È accaduto, quindi può accadere di nuovo”, sono un avvertimento che risuona ancor più forte oggi. La memoria storica non è un peso, ma una responsabilità che ciascuno di noi è chiamato a portare avanti. In un mondo che sembra a volte essere segnato da divisioni, discriminazioni e intolleranze, ricordare i fatti storici è essenziale per evitare il rischio di ripetere gli errori del passato. Non si tratta solo di raccontare la storia, ma di farne una lezione viva, capace di sensibilizzare le nuove generazioni.

Le testimonianze dei sopravvissuti sono il cuore pulsante di questa memoria. Figli di una generazione che ha vissuto il dolore e l’umiliazione nei lager nazisti, sono loro a consegnarci una realtà che, seppur lontana nel tempo, non deve mai essere archiviata. Le parole di Liliana Segre, che con coraggio continua a testimoniare la sua esperienza, o quelle di altri sopravvissuti, sono fondamentali per mantenere viva la consapevolezza storica. È attraverso queste voci che comprendiamo la vastità della tragedia e l’incredibile capacità di resistenza umana.

Eppure, oggi più che mai, siamo chiamati a fare attenzione a come viene trattata la memoria dell’Olocausto. Il rischio di banalizzazione è concreto, e non si tratta solo di falsificare i fatti, ma anche di ridurre la gravità di quanto accaduto, minimizzando le sue implicazioni e distorcendo la realtà storica. La crescente diffusione di teorie revisioniste e la diffusione di odio su internet ci spingono a non abbassare mai la guardia. La memoria, quindi, non può essere considerata un atto passivo. Deve essere coltivata e difesa.

In questo contesto, l’educazione gioca un ruolo fondamentale. La Giornata della Memoria non è solo un’occasione per rendere omaggio, ma è anche un invito ad affrontare il passato per costruire un futuro più giusto e umano. Le scuole, le università, e ogni istituzione educativa devono essere il luogo dove si insegnano le atrocità del passato, ma anche i valori di tolleranza, rispetto e solidarietà. Solo attraverso la consapevolezza storica possiamo prevenire che l’intolleranza e l’odio abbiano la meglio sul nostro mondo.

La memoria è la nostra resistenza. È attraverso il ricordo delle vittime innocenti dell’Olocausto che possiamo nutrire una cultura di pace e di rispetto reciproco. Come disse un altro sopravvissuto, Elie Wiesel: “La neutralità aiuta il carnefice, mai la vittima”. La nostra responsabilità è, quindi, quella di non essere neutrali. In questo giorno, e in ogni giorno, ricordiamo.

Alberta Zulli