domenica 26 Gennaio 2025
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Il nuovo “corso” calcistico guardi a progetti ambiziosi

TERMOLI. L’avvenuto closing che ha formalizzato alla fine del 2024 il cambio di proprietà in seno alla società Termoli calcio 1920 ha restituito entusiasmo e fiducia all’ambiente giallorosso.

Messi difficili, quelli che sono stati vissuti, sin dalla scelta di traslocare la gestione quotidiana della squadra fuori regione, per far ritorno allo stadio Cannarsa solo in occasione delle partite interne.

Ora, dopo l’addio all’esperienza del patron Flaviano Montaquila, che ha riportato il Termoli calcio nelle categorie più consone alla piazza adriatica, si dovrà programmare un futuro che possa essere ambizioso.

Lo sport come veicolo di promozione della città, dovrebbe essere questa la linea d’azione, per un territorio che si rende competitivo anche in altri campi, non solo quelli in erba. 

Anche in questo settore però a farla da padrone sono le infrastrutture e allora la sinergia che si deve perfezionare tra i partecipanti alla cordata imprenditoriale messa in piedi da Nicola Cesare e l’amministrazione comunale, a cui la “patata bollente” è arrivata nel dicembre scorso, è rivolta proprio a puntare a uno sviluppo dell’impiantistica sportiva, non solo quella diffusa che sta interessando i vari quartieri.

Nei report di fine anno, ampliando lo sguardo, il ritorno che deriva da investimenti sportivi è tra i più alti, e oltretutto non c’è solo quello economico, ma parliamo di sostenibilità e sociale.

Un sodalizio capace di trascinare la passione popolare (in quota parte accade già nella pallacanestro, con l’Air Termoli) stimola le parti in gioco a fare scelte lungimiranti, favorendo ulteriore interesse magari anche da altri soggetti che possano sostenere il progetto.

A nostro avviso occorre anche fare un salto di qualità rispetto alla cultura sportiva cittadina, troppo ancorata agli umori scaturenti dai risultati, l’elemento importante è sì raggiungere obiettivi agonistici, ma anche la stabilità di medio-lungo periodo.

I giovani devono sentirsi attratti di poter cominciare un percorso che potrebbe essere importante, così la creazione di una rete locale, con società che dialogano tra loro, magari anche attingendo con misura più profonda al bacino scolastico, amplierebbe la “base”, della cui non ampiezza oggi forse si soffre.  

Emanuele Bracone