TERMOLI. Emergerebbero ombre sul contratto di trasporto pubblico urbano assegnato dal Comune di Termoli alla società Gtm nel settembre 2021. Un’analisi approfondita condotta dalle organizzazioni sindacali Faisa Cisal, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl Autoferro, mette in luce anomalie nei costi, possibili privilegi immotivati e inadempienze rispetto agli impegni assunti dalla società. Voci di spesa gonfiate, scarsa trasparenza nei calcoli e penali inefficaci sembrano configurare un sistema di gestione poco efficiente, che potrebbe andare a scapito dell’interesse pubblico. Si moltiplicano le richieste di intervento per una revisione del contratto e l’avvio di una contrattazione aziendale più equa.
«Un’analisi approfondita sul contratto di trasporto urbano a Termoli getta luce su possibili inefficienze e privilegi accordati alla società Gtm, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull’efficienza del servizio pubblico.
Nel mese di settembre 2021, il Comune di Termoli ha assegnato il contratto di trasporto pubblico urbano (TPU) alla società Gtm Srl., subentrata all’aggiudicataria AirPullman S.p.A. grazie al diritto di prelazione previsto dal Codice degli Appalti. Tuttavia, un’analisi dettagliata evidenzia anomalie e problematiche che potrebbero configurare un illecito aiuto di Stato.
Errori nei calcoli e vantaggi immotivati
Un primo punto critico riguarda il costo unitario al chilometro, calcolato in base a parametri che consolidano spese gestionali senza dovuti confronti con altre realtà (secondo le regole comunitarie). Ad esempio, nel 2019, Gtm ha sostenuto costi per il personale di oltre 1,6 milioni di euro per appena 890.808 km, contro i 1,5 milioni di euro spesi da AirPullman per 4,9 milioni di km, il dato appare ancora più eclatante se si considera che la prima non ha praticamente accordi di secondo livello, al contrario della seconda. Le discrepanze si estendono anche ad altre voci, come i costi di godimento beni di terzi: 373.051 euro per Gtm contro soli 40.000 euro di AirPullman.
Non bastasse, tra le criticità più palesi c’è l’inclusione di una diaria riservata agli autisti, pari a circa 40.445 euro annui, nonostante gli autisti operino esclusivamente su tratte urbane, senza necessità di trasferte. Questi fondi, quindi, restano nelle casse dell’azienda. Anche i calcoli relativi a tredicesima, quattordicesima e trattamento di fine rapporto (TFR) presentano incongruenze, generando esborsi ingiustificati di decine di migliaia di euro.
Un contratto su misura?
Il contratto di servizio sembra pensato per avvantaggiare Gtm, con aggiornamenti del costo chilometrico indicizzato all’indice Istat di settore e non all’inflazione programmata, come prevede la legge, ma anche a criteri più favorevoli rispetto alle normative nazionali e comunitarie. A peggiorare la situazione, molte delle promesse contenute nell’offerta GTM restano disattese: dagli autobus nuovi alle paline intelligenti, dalle biglietterie automatiche al bike sharing.
Sanzioni inefficaci
Le penali previste per ritardi nell’attuazione dei miglioramenti sono irrisorie: appena 100 euro al giorno, una cifra che non riflette minimamente il valore complessivo del contratto da oltre 3,1 milioni di euro.
Conclusioni e richieste
Le scriventi organizzazioni sindacali chiedono trasparenza, rigore e l’avvio di una contrattazione aziendale seria, partendo dal presupposto che ogni dipendente Gtm dovrebbe percepire un contratto integrativo di almeno 6.000 euro annui, come da offerta della società aggiudicataria dell’appalto (AirPullman). Come dimostrato, i fondi già esistono e sono anche considerevoli. In parallelo, emerge la necessità di rivedere i termini del contratto di servizio per garantire efficienza, equità e qualità nel trasporto pubblico urbano.
Una situazione che solleva domande cruciali: a chi giova realmente questo contratto? E quali misure adotterà il Comune per tutelare l’interesse pubblico?».