martedì 14 Gennaio 2025
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Un carrello della spesa in mare: il senso civico è affondato

TERMOLI. I mari, che un tempo rappresentavano l’essenza stessa della purezza e della vita, oggi sono diventati un contenitore che l’uomo riempie senza tregua di materiali inquinanti, portandoli pericolosamente al limite. Tra i principali colpevoli ci sono sicuramente le plastiche, responsabili di danni irreparabili in diverse aree del pianeta. Nemmeno il nostro mare ne è immune.

Durante le recenti mareggiate natalizie, a Termoli e lungo la costa del Basso Molise, si è potuto osservare un triste spettacolo: nel bacino portuale termolese, appena sotto il pelo dell’acqua, galleggiava un esteso accumulo di frammenti di cassette di polistirolo espanso, quelle usate per trasportare prodotti ittici.

Questa mattina, approfittando del mare calmo e di un cielo sereno, nella zona del trabucco di Celestino, sulla passeggiata dei trabucchi, era possibile scorgere, guardando tra gli scogli a pochi metri di profondità, la sagoma chiara di un carrello da supermercato incastrato tra le rocce. Un’immagine desolante che lascia attoniti.

Viene spontaneo chiedersi quale mente, ormai priva di buon senso, possa aver concepito un’azione tanto dannosa. È difficile non pensare che siamo giunti a un punto di non ritorno. E, pur senza voler essere eccessivamente pessimisti, il timore è che il futuro ci riservi scenari ancor peggiori. Come dicevano i vecchi saggi, con una saggezza che oggi non possiamo ignorare: “Non c’è mai fine al peggio”.

di Michele Trombetta