domenica 16 Febbraio 2025
Cerca

Sconfitta una burocrazia ultradecennale: la cabina Enel di Colle Macchiuzzo non c’è più – Video

TERMOLI. Un progetto semplice sulla carta, un percorso ad ostacoli nella realtà: è questa la storia della demolizione della vecchia cabina Enel a Colle Macchiuzzo, che solo domani, dopo più di un decennio di lungaggini burocratiche, vedrà finalmente il suo inizio.

All’incrocio tra via degli Aceri e viale San Francesco, una struttura ormai obsoleta viene abbattuta per far spazio alla modernizzazione di un’importante arteria cittadina. Ma il prezzo da pagare per questo intervento ha comportato anni di ritardi, rinvii e complessità amministrative hanno trasformato quello che doveva essere un normale processo di riqualificazione in una vera e propria maratona della burocrazia.

UNA VICENDA INFINITA TRA DELIBERE E ATTI DIRIGENZIALI

La storia inizia nel 2014, con la deliberazione del Commissario straordinario che approva i lavori di completamento delle opere di urbanizzazione di via degli Aceri, comprendendo anche lo spostamento della cabina Enel. Ma quello che sembrava l’inizio di un processo rapido si è presto rivelato un incubo.

Già nel 2016, una perizia di variante rallenta i lavori, che riprendono in agosto dello stesso anno per poi essere sospesi nuovamente a settembre. Il motivo? Il mancato completamento dello spostamento degli impianti elettrici nella nuova cabina, una procedura che sarebbe dovuta essere a carico della società Enel-Distribuzione Spa (oggi E-Distribuzione).

Da allora, è stato un susseguirsi di documenti, delibere, atti e negoziazioni. Nel 2019, il Comune concede il diritto di superficie per la nuova cabina elettrica, ma anche questa decisione non porta a risultati immediati. Solo nel 2020 si registra un avanzamento significativo con l’approvazione della regolare esecuzione della nuova cabina prefabbricata. Ma è necessario attendere fino al 2021 per raggiungere un accordo definitivo con E-Distribuzione sui costi e i dettagli del trasferimento degli impianti.

IL PESO DELLA BUROCRAZIA

La vicenda della cabina Enel di Colle Macchiuzzo è l’ennesimo esempio di come la burocrazia possa trasformare un intervento necessario in un percorso interminabile. A pesare non è stata solo la complessità del progetto tecnico, ma anche la mancanza di una gestione coordinata tra gli attori coinvolti.

Un progetto approvato nel 2014 avrebbe dovuto concludersi in pochi anni, ma i continui ostacoli amministrativi, i ritardi nelle negoziazioni e l’incapacità di rispettare le tempistiche hanno prolungato i disagi per i cittadini. Nel frattempo, il quartiere ha dovuto convivere con un’infrastruttura obsoleta e uno stato di lavori incompiuti che hanno penalizzato la vivibilità dell’area.

I RISCHI DI UN SISTEMA LENTO

Le lungaggini burocratiche non sono solo un problema di inefficienza: rappresentano un costo economico e sociale. Nel caso specifico, i ritardi hanno comportato ulteriori spese per il Comune e per la società incaricata, ma soprattutto hanno alimentato il malcontento dei cittadini.

La cabina, che ormai è un involucro vuoto, sarebbe potuta essere demolita anni fa, consentendo la riqualificazione completa di via degli Aceri e una viabilità più sicura e funzionale. Invece, i residenti hanno assistito a una lenta progressione fatta di attese e incertezze.

L’assessorato ai Lavori pubblici ha raggiunto il risultato solo grazie a un rinnovato impegno nell’ultimo anno e ferma determinazione negli ultimi mesi

La speranza è che questa storia serva da lezione, spingendo verso una maggiore semplificazione delle procedure amministrative, affinché in futuro progetti simili possano essere completati in tempi ragionevoli, senza che i cittadini debbano pagare il prezzo dell’inefficienza.