TERMOLI. «La vicenda si riferisce all’anno 2021, oltretutto con una posizione provvisoria, abbiamo espresso la volontà di chiarire al più preso alla magistratura la legittimità del suo operato», le parole dell’avvocato Mariano Prencipe, che fa parte del collegio di difesa legale del governatore Francesco Roberti, che in una intervista parla anche di rapporti che sono stati ‘millantati’ nell’ambito di questa vicenda.
La notizia dell’inchiesta che ha coinvolto il presidente della Giunta regionale del Molise ha fatto il giro dei media nazionali e non poteva essere diversamente, specie dopo che ‘Repubblica’ ha circostanziato situazioni che l’avviso di conclusioni indagini preliminari non reca nel fascicolo notificato agli indagati.
In quel contesto, Roberti era sindaco e presidente della Provincia, vicende precedenti alle elezioni regionali, come precisa lo stesso Prencipe in un videomessaggio diffuso dal legale.
Dunque, la mina è esplosa, mediaticamente parlando, sull’inchiesta promossa dalla direzione distrettuale antimafia, che ha indagato 47 persone (e aziende), svelata all’opinione pubblica giusto mercoledì scorso, una settimana fa.
Una settimana in cui l’attenzione e i riflettori di tutti si sono accesi, inevitabilmente, sull’identità dei due ‘omissis’, che l’atto di avviso conclusioni indagini preliminari, ‘fatto circolare’, recava al suo interno.
Una dichiarazione, quella del presidente della Giunta regionale del Molise, Francesco Roberti, resa nelle ore in cui la stampa nazionale – vedi Repubblica – ha comunque svelato l’arcano.
Due questioni che si intrecciano, per chi svolge questo mestiere e chi invece amministra una comunità come quella molisana e l’inevitabile riverbero che si avrà con la ‘eco’ nazionale di questa inchiesta.