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mercoledì 21 Maggio 2025
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Omicidio Pozzo Dolce: svolta nelle indagini, attesa la conferma genetica sulla vittima

TERMOLI. L’inchiesta sulla morte del senzatetto trovato carbonizzato nel chiosco di Pozzo Dolce il 29 novembre 2023 è vicina a un punto di svolta. A oltre un anno dall’accaduto, la Procura della Repubblica di Larino attende l’esito della perizia genetica avviata su una donna residente in Romania, individuata come possibile madre della vittima grazie al supporto dell’Interpol.

Sin dalle prime fasi dell’indagine, i sospetti si erano concentrati su un giovane di nazionalità rumena, la cui identità non è mai stata confermata con certezza. Il Dna estratto dal corpo è stato confrontato con il materiale genetico della donna, attualmente in fase di analisi da parte di una genetista incaricata.

L’assenza di una denuncia di scomparsa e la distruzione della baracca nell’incendio hanno reso complessa l’identificazione, cancellando qualsiasi elemento distintivo, ad eccezione di una catenina metallica ritrovata tra i resti. L’attesa della conferma genetica rappresenta quindi un passaggio cruciale per fare luce sull’identità della vittima.

L’indagine, inizialmente classificata come incendio doloso, è stata successivamente convertita in un’inchiesta per omicidio. L’autopsia, condotta al Policlinico di Chieti dal medico legale Cristiano D’Ovidio, ha rivelato che il decesso è stato causato da asfissia: la vittima ha inalato il fumo fino a perdere conoscenza. Questo dettaglio ha rafforzato il sospetto che l’incendio sia stato appiccato da terzi, escludendo l’ipotesi di un gesto volontario o di un incidente.

Le indagini della Polizia di Stato proseguono con l’ascolto di testimoni, soprattutto tra la comunità dei senzatetto, alla ricerca di elementi che possano condurre all’autore del gesto. Nel frattempo, l’area di Pozzo Dolce è stata recentemente sgomberata e la baracca demolita.

Un dettaglio insolito è però emerso nei giorni scorsi: sulla terrazza superiore è comparsa una lapide anonima in marmo rosa, raffigurante un corpo stilizzato avvolto dalle fiamme. Accanto, una frase incisiva: “Fuoco brucia la nostra apatia”. Un monito silenzioso, che trasforma questa tragica vicenda in un simbolo di denuncia sociale.