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mercoledì 21 Maggio 2025
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Borghi della lettura, la storia rivive nel territorio

PALATA. La sindaca Maria Di Lena e l’amministrazione comunale ospitano, presso la sala consiliare di Palata, il sesto appuntamento per il progetto denominato “Borghi della lettura”. L’obiettivo dei Borghi della lettura è di creare un marchio nazionale per costruire un’offerta di turismo tematico mettendo in evidenza quelle peculiarità locali in cui ambiente e cultura presentano caratteri di estremo interesse. L’idea è quella di creare nei piccoli borghi uno spazio dedicato alla lettura e alla fruizione culturale in genere, organizzando iniziative di interesse storico, artistico e letterario.
Per il sesto appuntamento, il primo del 2025, l’ospite è stata la Prof.ssa Gabriella Paduano, con la presentazione   del suo volume intitolato “Tito Barbieri, un turbolento mazziniano”, che alla presenza del sindaco Maria Di Lena, del Prof. Patrizio Perazzelli (docente di Storia e Filosofia) e di un pubblico attento e partecipe con interventi di rilievo, è stato commentato e discusso, mettendo in evidenza la biografia personale, politica e rivoluzionaria di Tito Barbieri, nato a Ripabottoni nel 1921 e morto a soli 44 anni a Campobasso dopo una vita pienamente dedita alla causa risorgimentale, secondo gli ideali unitari mazziniani. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, l’evento si è aperto con una relazione sullo sfondo storico del periodo risorgimentale, in Italia e in Europa, da parte del Prof. Patrizio Perazzelli. In seguito, la discussione è proseguita insieme all’autrice, la quale è riuscita a trasmettere un’immagine completa e viva della figura di Tito Barbieri, ponendo in risalto gli aspetti più controversi ed affascinanti di un rivoluzionario borghese molisano, che ha dedicato la sua breve e travagliata vita agli ideali unitari nazionali. La sua attività cospirativa antiborbonica si è manifestata pienamente con i moti del ’48, che si sono verificati anche in Molise dopo la scintilla scoppiata a Palermo. Con la repressione borbonica, subì poi una condanna a morte che lo costrinse all’esilio, ma mai all’abbandono della causa rivoluzionaria, tenuta in vita grazie alla sua amicizia personale con Giuseppe Mazzini e al suo impegno nella Giovine Italia. Ci troviamo di fronte ad una personalità “turbolenta”, per usare i termini dell’autrice, che ha coniugato l’attività politica rivoluzionaria con una varietà di interessi come la passione per le armi da fuoco, la scherma e una religiosità cristiana autentica. Non ebbe figli e prima di morire lasciò tutti i suoi beni alla Chiesa di Ripabottoni in cambio di celebrare una volta l’anno una messa per lui.