TERMOLI. Il primo febbraio 1945 è una data storica che segna una pietra miliare nella storia politica e sociale del nostro Paese. Esattamente ottant’anni fa, l’Italia riconosceva finalmente alle donne il diritto di voto, un traguardo che sanciva un passo fondamentale verso l’uguaglianza di genere. La norma, tuttavia, non era completamente inclusiva: venivano escluse dal suffragio le donne di età inferiore ai 21 anni e le prostitute, un dato che, se da un lato rappresentava una grande conquista, dall’altro mostrava quanto fosse ancora radicata la visione patriarcale della società dell’epoca.
Il decreto che sanciva il suffragio universale fu firmato dal re Umberto II di Savoia durante il governo di Ivanoe Bonomi e venne pubblicato il primo febbraio 1945. Questo atto normativo, che apriva definitivamente le porte della politica alle donne italiane, rappresentò una chiusura simbolica di una lunga lotta per i diritti civili, che aveva visto il coinvolgimento di molte donne attiviste, tra cui quelle del movimento femminista e suffragista. Eppure, la battaglia non si era mai fermata, e l’80° anniversario di questa conquista deve farci riflettere su quanto sia stata significativa questa vittoria, ma anche su quanto resta ancora da fare per raggiungere una vera parità sostanziale.
La prima grande prova del nuovo diritto di voto fu rappresentata dalle elezioni amministrative della primavera del 1946, dove le donne risposero con un entusiasmo straordinario. L’affluenza femminile alle urne raggiunse infatti quasi il 90%, un dato che confermava il desiderio di partecipazione politica delle donne italiane e che, al tempo stesso, segnava una svolta importante per la nostra democrazia. Ma il vero battesimo del suffragio universale femminile si ebbe il 2 giugno 1946, quando per la prima volta le donne votarono anche al Referendum istituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica e per le elezioni dell’Assemblea costituente.
Il 2 giugno 1946, le donne italiane non solo esercitarono un diritto che fino a quel momento era stato loro negato, ma lo fecero in un momento cruciale per il destino della Repubblica italiana, contribuendo a determinare le fondamenta su cui si sarebbe costruita la nuova Italia. Con il voto, le donne non solo acquisirono un diritto formale, ma iniziarono a scrivere un nuovo capitolo della loro storia, inserendo la loro voce nelle discussioni politiche e nelle decisioni che avrebbero inciso sulla vita di tutti gli italiani.
Oggi, a distanza di ottant’anni, la battaglia per la parità di genere continua, ma la data del primo febbraio 1945 rappresenta un punto di riferimento imprescindibile. Le donne hanno conquistato un diritto fondamentale, ma la strada verso una parità reale e sostanziale rimane ancora lunga. Celebrare questa data significa, quindi, non solo ricordare il passato, ma anche rinnovare l’impegno verso una società più giusta e inclusiva, dove il voto delle donne non sia mai più solo una formalità, ma un potente strumento di cambiamento e partecipazione.
Per celebrare l’80° anniversario del diritto di voto alle donne, dal 1° febbraio 2025 la Camera dei deputati ha lanciato una nuova serie di podcast intitolata “I giorni delle Costituenti”. Si tratta di un viaggio nella storia della Repubblica italiana, che ripercorre il contributo fondamentale delle 21 deputate elette all’Assemblea Costituente. Queste donne, che furono protagoniste assolute di un momento cruciale della nostra storia, hanno dato un apporto determinante alla scrittura della Costituzione italiana.
Il podcast racconta le battaglie combattute da queste donne straordinarie, i temi su cui hanno concentrato i loro sforzi, le difficoltà che hanno dovuto affrontare in un’epoca segnata da forti disuguaglianze di genere e, soprattutto, il segno indelebile che hanno lasciato nei 139 articoli della Carta fondamentale. Le deputate costituenti furono tra le prime a introdurre nel dibattito istituzionale temi cruciali come la parità di diritti, la tutela della famiglia e del lavoro femminile, la lotta alla discriminazione.
La serie di podcast sarà disponibile sulle principali piattaforme di streaming, come Spotify, Amazon Music e Spreaker, ma anche sui siti ufficiali della Camera dei deputati (camera.it) e di Giovani della Camera (giovani.camera.it), per permettere a tutti di approfondire la storia di queste donne che hanno segnato la nascita della nostra democrazia. Un’opportunità per conoscere il loro impegno e il loro ruolo fondamentale nella costruzione della Repubblica italiana, attraverso un formato accessibile e coinvolgente che fa luce su un capitolo fondamentale della nostra storia nazionale.
Un altro spunto importante per riflettere sull’80° anniversario del diritto di voto femminile arriva dal film “C’è ancora domani”, che narra la storia di Delia Santucci, una donna che, nel contesto della Roma del 1946, subisce le violenze fisiche e psicologiche di un marito violento. La pellicola, pur focalizzandosi sulla lotta personale di Delia per liberarsi dalla sofferenza e dall’oppressione, si inserisce perfettamente nella cornice storica del momento, con il 2 giugno che diventa il simbolo della sua resistenza e della sua liberazione. L’incontro di Delia con William, un soldato afroamericano, e il coraggio di ribellarsi, culminando nel voto alle urne come atto di autodeterminazione e di speranza, sono un potente simbolo della lotta delle donne per i propri diritti e per il cambiamento della loro condizione. “C’è ancora domani” non è solo la storia di una donna che prende il controllo della sua vita, ma rappresenta anche la lotta di tutte le donne italiane che, come Delia, si sono battute per far valere la propria voce in una società che finalmente le riconosce come pari.
Alberta Zulli