TERMOLI. Stavolta, gli autori hanno agito in ora più tarda e in mezzo alla settimana, non come a Larino, quando era weekend e all’ora di cena, contro la casa funeraria Di Bello. Location diversa, Termoli, nella zona artigianale, dove poco prima delle 22.30 due le persone che sarebbero state immortalate dalle telecamere di videosorveglianza con una tanica di benzina, all’opera per dare fuoco al carro funebre dell’impresa Carrino, in via del Pesco.
Seconda agenzia, dunque, finita nel mirino dei malviventi, in appena dieci giorni, come abbiamo sottolineato nel lancio della notizia, in precedenza.
Un fatto non casuale, che testimonia come ci siano regolamento di conti in corso in un settore delicato, come quello delle onoranze funebri.
Gli investigatori non escluderebbero alcuna pista, anche se diviene difficile perseguire quella di mitomani, ma più concretamente le ipotesi potrebbero ricondurre le cause all’origine degli atti intimidatori a rapporti tesi anche nell’ambito della stessa concorrenza, oppure l’esposizione verso forme di criminalità più pericolose, quelle dedite alle estorsioni.
Per questo, ogni elemento viene vagliato in modo certosino, indizi raccolti anche con un sopralluogo successivo all’intervento notturno, che i militari dell’Arma hanno condotto assieme ai Vigili del fuoco. Danni che potevano essere molto più estesi, se qualcuno non avesse avvisato in tempo il titolare, che a sua volta ha chiamato il 115 e i Carabinieri.
La Procura si trova così ad accendere un faro su cosa stia accadendo nel regno del caro estinto, auspicando che gesti minatori come gli ultimi consumati in basso Molise non siano solo l’inizio di una vera e propria faida.
Emanuele Bracone