TERMOLI. Dieci anni nel Tunnel: è tanto che il project financing circola sulla costa.
L’amministrazione Sbrocca ne ha fatto il suo cavallo di battaglia (o fiore all’occhiello) e se non fosse stato il Tar Molise (poi sconfessato due anni fa dal Consiglio di Stato) a mettere un deciso freno, forse oggi parleremmo di altro, chissà.
Intanto, la presa di posizione della Ditta De Francesco, che ha ribadito la volontà di realizzare l’opera, alzando così l’asticella del confronto con l’attuale amministrazione Balice, ha prepotentemente riportato d’attualità una delle progettazioni più contestate ma anche più ambiziose che mai si siano viste sul litorale.
Manifestazioni, ricorsi, un dibattito pubblico che ha segnato un unicum nel panorama nazionale, con l’obiettivo di cambiare il volto al centro storico, attraverso parcheggi, auditorium, la nuova piazza Sant’Antonio, la mobilità dal porto al lungomare Nord.
Dieci anni di battaglie civiche e politiche, ma la città, prescindendo dai colori politici che si sono avvicendati, è rimasta pressoché ferma in quella zona, anzi, Pozzo Dolce ne ha sancito il degrado, con tutto quello che poi è accaduto.
E ora? Qual è la reale volontà delle parti? Sicuramente la partita non è solo strategica, ma anche economica, il sigillo dato dal Consiglio di Stato è ineludibile.
La città è avviata a una riqualificazione della zona di Pozzo Dolce e di piazza Sant’Antonio a prescindere, i fondi sono di matrice ministeriale e il progetto ‘rivisto e corretto’ eliminerebbe la componente più avversata, proprio quella del Tunnel, ma del vecchio project non si può fare mera rottamazione e si dovrà quanto meno transare, a quali condizioni? Credo lo sapremo presto.
L’estate 2025 non è così lontana e sarà affrontata temiamo nel solito verso, quello della penuria di posti auto, anche se qualcosa in zone più remote dal centro è stato fatto.
Uno dei banchi di prova più salienti di questo corso amministrativo e politico, a Termoli.
Emanuele Bracone



