TERMOLI. Nuova iniziativa parlamentare che contiene riferimenti al progetto della Gigafactory di Termoli. E’ stata assunta, come mozione, a prima firma di Chiara Braga, deputata dem assieme ai colleghi Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Bonafè, Ciani, Ghio, Toni Ricciardi, De Luca, Ferrari, Morassut, Roggiani, Casu, Fornaro, De Maria, Pandolfo.
Intervento con particolare riferimento «Al settore dell’automotive, secondo recenti dati Anfia, la produzione di autovetture è crollata del 35,5 per cento nei primi sette mesi dell’anno e del 54,7 per cento nel mese di luglio 2024. Sono inoltre slittati anche gli investimenti da parte di Stellantis nella Gigafactory di batterie di Termoli anche a seguito del dirottamento su altri progetti da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy dei 250 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza che vi erano stati destinati.
Si tratta di un comparto produttivo nel quale si sta producendo il 29 per cento in meno che nel 2023, è cresciuto significativamente l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, l’indotto sta vivendo una crisi senza segnali di inversione a causa delle scelte strategiche di Stellantis di spostare la catena di fornitura in paesi con minor costo del lavoro e si prosegue nello spezzettamento del gruppo, con l’annunciato spin off di Comau ad un fondo di investimento», si legge nel testo della mozione, che vorrebbe impegnare il Governo a non intraprendere iniziative tese a consentire nuovamente lo sfruttamento e l’impiego dell’energia nucleare con le tecnologie attualmente disponibili, incapaci di abbattere i costi energetici per le imprese e di renderle competitive nel breve-medio periodo e ad adottare opportune iniziative per un piano di investimenti volto ad incrementare i finanziamenti pubblici per le realtà imprenditoriali che investono nella ricerca scientifica in materia di efficienza energetica.
Non solo, ma anche di fonti rinnovabili, di trasmissione, distribuzione e stoccaggio dell’energia elettrica, destinando la gran parte dei fondi disponibili alla ricerca nei campi indicati, da considerare predominanti e con vantaggi maggiori su scala temporale, per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 e 2050 e la riduzione dei costi energetici del tessuto industriale. Inoltre, «ad adottare iniziative volte a ripristinare con urgenza la dotazione del fondo automotive, notevolmente definanziato delle risorse destinate al rilancio in chiave green del settore; a definire appositi piani per una ‘transizione giusta’ e una maggiore competitività, nel medio e lungo periodo, dei lavoratori del settore automobilistico, garantendo continuità occupazionale e produttiva attraverso misure di sostegno per il comparto e i dipendenti, di concerto con le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative, con le parti sociali, le istituzioni interessate e i sindacati.
Nonché, ad adoperarsi per la risoluzione delle varie crisi aziendali, incluse quelle afferenti il settore della componentistica, mediante un serio e lungimirante piano industriale volto ad un rilancio del settore nel processo di transizione verso la produzione di nuovi mezzi di trasporto a zero emissioni, anche mediante l’introduzione di investimenti strategici e di lungo periodo volti alla realizzazione di nuove piattaforme produttive di modelli cosiddetti small, di nuovi modelli nonché di investimenti in ricerca e sviluppo; a condizionare la concessione di ulteriori contributi, prestiti o investimenti al mantenimento della produzione di nuovi modelli sul territorio nazionale e alla difesa dei livelli occupazionali e produttivi».