TERMOLI. Era scaduto a fine gennaio il fermo dei vongolari, non ne era stato richiesto il rinnovo dell’ordinanza da parte della Capitaneria di Porto, nonostante la situazione restasse immutata.
Ora, dopo un mese, infruttuoso, evidentemente, dove era stata lasciata al singolo armatore la scelta se uscire in mare o meno, arriva di nuovo l’ordinanza di fermo volontario, su richiesta del Cogevo Termoli.
Ormai sono oltre tre anni che i titolari delle vongolare vivono momenti assai difficili, che hanno portato anche a un ristoro da parte della Regione Molise.
Dal 27 febbraio, cioè da oggi, e fino al 31 marzo: stop ai sensi dell’art. 6 del Decreto Ministeriale 22/12/2000, che riguarderà anche le unità autorizzate alla pesca abilitate al sistema draga idraulica (attrezzo HMD – “draghe meccaniche comprese le turbosoffianti”), iscritte nei registri del Compartimento marittimo di Termoli e ormeggiate presso la banchina di riva.
«Le decisioni del Co.Ge.Vo. di Termoli non si pongono in contrasto con la vigente normativa nazionale e comunitaria in materia di pesca dei molluschi bivalvi – specifica la Capitaneria di Porto – nell’adozione del Piano nazionale di gestione dei rigetti per la risorsa vongola Venus spp. (Chamelea gallina). Le unità abilitate all’esercizio della pesca con altri attrezzi, oltre alla draga idraulica, possono optare per la continuazione dell’attività anche nel periodo di interruzione di cui sopra, previo sbarco delle attrezzature per la pesca dei molluschi bivalvi, ovvero apposizione dei sigilli da parte dell’Autorità Marittima.
A tal fine, l’armatore dovrà darne comunicazione scritta alla Capitaneria di porto di Termoli. La presente Ordinanza non si applica alla pesca eseguita per scopi scientifici e di ricerca; a tal fine, saranno obbligatorie le comunicazioni preventive da parte del Co.Ge.Vo. e dell’Ente di ricerca già autorizzato. Alla ripresa dell’attività, la pesca dei molluschi bivalvi sarà disciplinata dall’Ordinanza n. 34/2019».