PORTOCANNONE. Artisti molisani a Sanremo hanno cantato in spazi collaterali, seppur prestigiosi, ma non erano in gara al teatro Ariston. Tuttavia, c’è chi riconosce nel podio di Brunori Sas un risultato da celebrare e sono coloro che ne condividono le origini Arbëreshë.
A dare loro voce, è il caso di dire, è l’assessore alla Cultura di Portocannone, Valentina Flocco.
«Che il mondo Arbëreshë sia un universo di fierezza, che le nostre radici costituiscano un motivo di orgoglio non è retorica, un qualcosa che si racconta: al captare un “Unë jam
Arbëreshe” a qualunque latitudine ti possa trovare, scatta il “gene”, la simpatia è immediata, la coscienza di essere un po’ unici paradossalmente ci unisce, e ovunque è Òikos (greco…non a caso), ti senti un po’ in famiglia!
È successo così per me anche con Sanremo, sono refrattaria alle melodie discendenti (mi intristiscono) raramente e per breve tempo riesco a concentrarmi sulle trasmissioni tv (mi sento alienata dalla realtà) insomma…per me Sanremo unisce “tutta l’Italia”, ma io lo “guardo” tra una cosa e l’altra, commento di tanto in tanto ma col tasto mute attivato (perdonatemi!), con qualche eccezione per la serata delle cover. Sarà perché sono della Generazione X, senza dubbio.
Ebbene, freschi freschi del bel fine settimana Arbëreshë, con Mario Bellizzi e le sue Fiabe, a Sanremo c’è Brunori! È Arbëreshë, è di Santa Caterina Albanese! Sentiamo! Il direttore d’orchestra è di Spezzano! Ed è subito tam tam con gli amici calabresi (Arbëreshë, conosciuti a Tirana) con i molisani, con i pugliesi, i campani, i lucani e i siciliani ((e intanto torna il tasto mute e le canzoni scorrono) …e poi scopri che un’amica di Spezzano è stata l’insegnate di musica di Stefano Amato, che ha diretto l’orchestra della Rai sul pezzo di Dario Brunori.
Gëzuar, Brunori! Urime Stefano Amato! E comunque la vostra canzone è davvero universale, parla di luoghi familiari, storie e momenti di tutti, Arbëreshë e “latini”. Al prossimo Sanremo, o giù di lì».