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martedì 1 Aprile 2025
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«Non doveva finire così», la comunità incredula per la tragedia costata la vita a Nicola Di Carlo

GUGLIONESI. Incredulità, sgomento e dolore hanno colpito la comunità di Guglionesi.

«Ci sono pochissime parole da dire! Sei stato capace di portare con i tuoi figli la Di Carlo tour di Guglionesi in giro per mezza Europa… Non doveva finire così dovevi continuare! Riposa in pace Nicola. Sentite condoglianze a tutti i familiari!» E’ solo uno dei tanti messaggi per ricordare Nicola Di Carlo.

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 26 marzo, la notizia di un autobus guglionesano caduto nel Po ha suscitato non solo curiosità nel cercare di capire chi fosse l’autista, ma soprattutto una grande apprensione. E nel giro di pochissimo tempo, la tragedia si è consumata con la conferma della morte dell’uomo.

Guglionesi viene colpita dall’ennesimo duro colpo. Piange la perdita di un suo figlio, strappato via mentre svolgeva il suo lavoro. Secondo le prime ipotesi degli inquirenti, potrebbe essere stato un malore a causare l’incidente. Tante le supposizioni, ma una sola e terribile è la realtà: il 63enne Nicola Di Carlo non c’è più.

Vani i tentativi di soccorso giunti dal capoluogo piemontese. Tante le persone presenti sul posto che hanno immediatamente allertato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare.

Sui social è subito partito un tam-tam di pensieri e messaggi di cordoglio, ma anche di aiuto: un guglionesano residente a Torino si è offerto di mettersi a disposizione per qualsiasi necessità. Tutte le pagine e i gruppi molisani hanno dedicato un pensiero speciale a Nicola. Perché il Molise, davanti a queste tragedie, sa farsi famiglia, stringendosi attorno al dolore dei suoi cari.

Un collega abruzzese, che lo aveva incontrato il giorno prima in un autogrill, ha scritto con incredulità:
“È davvero strana la vita: oggi ci sei e domani chissà. Riposa in pace, collega.”

Cuori, rose, mani giunte. Commenti che non hanno bisogno di parole davanti a una tragedia simile.
“Un abbraccio a Carmine”, scrivono alcuni.
“Una disgrazia che lascia senza fiato, solo dolore e angoscia. Non riesco nemmeno a immaginare cosa stia provando la sua famiglia: dev’essere un inferno ricevere una notizia così.”

C’è anche chi riflette sulla condizione degli autisti in Italia:
“Una categoria poco valorizzata. Dovrebbero guadagnare almeno 5000 euro al mese: guidare in Italia, nelle città medio-grandi, è come guidare in India. Tra traffico infernale, auto in doppia e tripla fila, pedoni che non rispettano le regole e passeggeri che sfogano sugli autisti tutta la loro frustrazione. Uno stress enorme. È uno dei lavori peggiori in assoluto.”

Il racconto di Alessia, 17 anni, studentessa, è scioccante: “L’autobus ha fatto un botto incredibile, non ho mai visto nulla di simile. Ho visto il pullman andare dritto verso il vuoto, restare per qualche secondo perpendicolare e poi precipitare. Ha fatto un tonfo fortissimo nell’acqua, e tutte le persone intorno hanno iniziato a urlare”.
Incredulità, sgomento e dolore hanno colpito oggi la comunità di Guglionesi.

Chi lavora ai Murazzi si è precipitato con salvagenti per aiutare chi era a bordo. Alcuni hanno persino spaccato i finestrini con tutto ciò che avevano a disposizione”.

Una tragedia che lascia un vuoto enorme nella comunità di Guglionesi e in tutti coloro che, in queste ore, piangono la scomparsa di Nicola Di Carlo.

Alberta Zulli