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lunedì 19 Maggio 2025
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Dal capogruppo Pd in commissione antimafia: «Chiederemo gli atti dell’inchiesta molisana»

TERMOLI. “L‘inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso che ha riguardato anche il presidente della Regione Molise (interessato per ipotesi di reato legato alla corruzione) ha fatto emergere – nel suo insieme – un quadro di grande preoccupazione. L’indagine documenta fatti inquietanti legati allo smaltimento dei rifiuti, con il coinvolgimento di forze della criminalità organizzata del foggiano, di società e di decine di soggetti.

È una conferma della pericolosità e della capacità di espansione e penetrazione di forze della “quarta mafia” anche in altri ambiti territoriali, a partire dal Molise. Come gruppo Pd in Commissione bicamerale Antimafia chiederemo che l’organismo parlamentare acquisisca gli atti giudiziari dell’inchiesta per verificare, nel rispetto del lavoro della Magistratura, ogni aspetto legato alla penetrazione e alle complicità della criminalità organizzata. E per tenere acceso un faro e incoraggiare, anche in quella Regione, l’impegno per la legalità e la trasparenza”. Ad affermarlo in una nota è il senatore Walter Verini, capogruppo del Pd in Antimafia.

A esprimersi anche il Pd Molise: «Il Partito Democratico del Molise esprime grande preoccupazione rispetto a quanto emerso, nelle ultime ore, in ordine all’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso, che ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 45 persone fisiche (23 residenti in Molise) e a 2 società, con diversi e gravi reati contestati, tra cui l’estorsione, il traffico illecito di rifiuti, la turbativa d’asta, la corruzione, tutto ciò in un quadro che vedrebbe coinvolti “pezzi di criminalità organizzata” pugliese e campana, con l’ipotesi, per alcuni casi, di associazione di stampo mafioso.

Quello che maggiormente preoccupa è il contesto nel quale le ipotesi delittuose, ove dovessero trovare conferma, si sarebbero consumate (la fase del procedimento penale appena chiusa, quella delle indagini, impone comunque di utilizzare il condizionale): lo scenario, che coinvolgerebbe anche il Basso Molise e le Istituzioni pubbliche, sarebbe permeato da una presenza  costante e inquietante di sodalizi criminali, infiltrati all’interno di fondamentali settori produttivi e strategici, con il rischio di “avvelenamento” o “svendita” dei nostri territori e della nostra salute. 

Per sua stessa ammissione, seppur tardiva, anche il Presidente della Regione Molise è coinvolto nell’inchiesta, come indagato per corruzione. A tal proposito, ci auguriamo, per lui e per l’intero Molise, che riesca, quanto prima, a dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli vengono addebitati, perché tali condotte riguarderebbero il periodo in cui ricopriva ruoli di vertice e di grande responsabilità politica nelle Istituzioni pubbliche (Sindaco del Comune di Termoli, Presidente della Provincia di Campobasso e membro del Cosib).

Per quanto riguarda il procedimento giudiziario non spetta naturalmente al Pd entrare nel merito, se non per esprimere piena fiducia nel lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, ribadendo il sostegno convinto a quel sistema di garanzie processuali che affonda le radici nella nostra Carta costituzionale, pilastro della cultura giuridica, politica ed etica di un Paese democratico, elemento fortemente identitario del nostro Partito così come lo è, da sempre, il contrasto a tutte le mafie e alla criminalità organizzata.

Sul piano politico il Partito Democratico sostiene con forza la richiesta, avanzata dai nostri Consiglieri regionali, che il Presidente della Giunta faccia chiarezza sulla vicenda con estrema trasparenza, quanto prima e nella opportuna sede istituzionale del Consiglio regionale, rappresentativa di tutti i cittadini molisani che ora attendono le doverose risposte.

Sul tema della legalità e della sicurezza della nostra Regione il Pd Molise, col pieno sostegno del Partito nazionale, lancerà una serie di iniziative sul territorio e nelle istituzioni, al fine di sensibilizzare e mobilitare cittadini, associazioni, enti locali e parti sociali, per portare il livello di attenzione alla massima allerta, rispetto a un fenomeno estremamente grave e pericoloso, che va combattuto ponendo al centro della nostra agenda un modello di società e una visione politica profondamente diversa da quella che oggi trapela dalle carte di questa sconcertante inchiesta».