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mercoledì 26 Marzo 2025
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Dopo le preghiere, la gioia: «Dimissioni del Papa notizia ancora più bella perché era inattesa»

TERMOLI. Quasi un mese fa, lunedì 24 febbraio, la parrocchia-santuario di San Timoteo vide radunati di sera centinaia di fedeli per la veglia di preghiera e il rosario dedicato a Papa Francesco, ricoverato al policlinico Gemelli.

Iniziativa assunta dal parroco don Benito Giorgetta, che col Pontefice ha condiviso diversi momenti, oltre a una sincera quanto sorprendente amicizia. Quel momento di fede assai partecipato, alla presenza del nuovo vescovo, monsignor Claudio Palumbo, fu davvero sentito e oggi, alla notizia delle dimissioni ‘protette’ di Papa Bergoglio dopo quasi 40 giorni di degenza, abbiamo voluto raccogliere proprio il pensiero di don Benito Giorgetta, che quasi tutti i giorni, sui social, ha dedicato pensieri alla salute del Papa.

«E’ stata una notizia che tutti aspettavano, che diventa ancora più bella perché inattesa. Dapprima la sala stampa vaticana aveva diramato la notizia che il Papa al termine dell’angelus domenicale si sarebbe affacciato per una benedizione. Nel tardo pomeriggio di sabato vengono convocati alle ore 18, tutti i giornalisti accreditati presso la santa sede. La notizia coglie tutti di sorpresa: il Papa sarà dimesso, ma dovrà rispettare due mesi di convalescenza. Il suo stato di salute benché ormai stazionario da due settimane rimane comunque critico. Il prefetto del Dicastero della Dottrina della fede, il cardinale argentino Fernandez, nei giorni scorsi aveva parlato di rieducazione motoria e respiratoria del Papa, aggiungendo che non si sarebbe dimesso ma che avrebbe introdotto delle sorprese.

Certamente un Papa ultraottantenne in queste condizioni è molto limitato ma da sempre è stato detto e riconosciuto che è lucido ed è stato sempre presente. E‘ stato bello vedere la mobilitazione di tante persone per pregare il santo Rosario ogni sera in piazza San Pietro. Anche credenti di altre religioni, fratelli cristiani ortodossi e protestanti, semplici fedeli e anche non credenti hanno pregato. Gli sciacalli che avevano fatto l’autopsia ad un Papa vivo sono stati smentiti. La meschinità di chi accusava la Chiesa di occultare la morte di Francesco ha manifestato tutta la sua stupidità. I like hanno ubriacato coloro che si sono dedicati a questo sport. Grazie a Dio il Papa può tornare a casa Santa Marta in Vaticano.

Ringraziamo il Signore e auguriamo a Francesco la ripresa del suo ministero petrino. Il mondo ha bisogno, soprattutto in questo frangente storico di una voce, talvolta unica, che parli ancora di pace e di disarmo. Di rispetto della natura e della convivialità umana. Di inclusione e di accoglienza. Tante persone nel mondo soffrono ancora per l’opulenza di pochi per l’indifferenza di molti e per la prepotenza di alcuni. Papa Francesco ci richiama tutti alla fraternità. Grazie Santo Padre. Bentornato a casa!»

Emanuele Bracone